ALTAVILLA IRPINA:
Beni
culturali artistici e storici:
Palazzo Comitale:
La costruzione ebbe
inizio nel 1238 e fu portata a termine nella seconda metà del
XV secolo. Attualmente l'edificio visibile è quello
quattrocentesco, con un corpo anteriore e due ali simmetriche rispetto all'asse
principale.
Oltre il portale
d'ingresso in stile toscano, a pianterreno si notano la cappella, un grande
arco depresso in stile catalano, un cortile intermedio ed una scala a doppia
rampa sullo sfondo del giardino e del panorama. Le finestre a croce guelfa e
tutte le porte sono della stessa pietra con disegni ornamentali intagliati
sempre in stile toscano. Al centro di ogni architrave
si vede uno scudo inquadrante gli stemmi dei diversi titoli di Casa de Capua.
Monastero Verginiano:
L' edificio, costruito
agli inizi del XVII secolo, ha forma quadrangolare con a
pianterreno il caratteristico chiostro caratterizzato da ampi porticati ed una
cisterna centrale circondata dal piazzale con intorno i vari locali destinati
originariamente per la cucina, i cellari e la
legnaia. Il primo piano è invece costituito da lunghi corridoi a nord ed est e da dodici ex-celle disposte a sud ed ovest, guardanti
il giardino sottostante.Oggi il Monastero, quasi
completamente restaurato, ospita gli uffici comunali di Altavilla.
Collegiata dell'Assunta o di S. Pellegrino:
Situata a pochi metri dal
Palazzo "de Capua", la chiesa fu edificata
per la prima volta intorno alla metà del XVI secolo.
Fu completamente rifatta fra il 1789 ed il
( XVI secolo ).
Chiesa della SS. Annunziata:
La chiesa, costruita nel
1423, conserva ancora l'originario portale con al
centro dell'architrave lo stemma del paese (tre monti con una filza di nocciole
torrefatte) e superiormente l'iscrizione latina " Altavillensis
Repubblica templum hoc Annuntiatae
Virginis Juris patronatus dicavit Anno Domini
MCCCCXXIII ".
Museo Civico:
Nel museo civico di Altavilla, accanto alla storia della cittadina, è
presentato un singolare recupero del costume popolare effettuato attraverso lo
studio ed il restauro dei materiali provenienti dall'ossario sito nella cripta
della Chiesa Madre. I costumi finora restaurati sono pertinenti ad un periodo assai
poco noto attraverso i documenti reali, ma conosciuto
solo all'iconografia fornita da stampe e disegni. Il recupero di questi reperti
ha permesso di riscoprire e valorizzare l'antico urbano in quella ricerca delle
proprie radici,oggi tanto rivalutata. La riappropriazione di questo patrimonio costituisce la
garanzia migliore per la tutela dei beni e dei valori che appartennero alle
popolazioni passate.
Torre Normanna:
In piazza
Tiglio, racchiusa in parte fra edifici privati, è visibile una torre cilindrica
di età normanna ( XII-inizi XIII secolo ) con pareti
esterne.
Località Ortolano:
In località Ortolano è
parte di un impianto industriale del III-IV secolo
d.C. con due fornaci in opus latericium
per la cottura di tegole e mattoni, in un ambiente pavimentato con lastre di tegoloni, una grande vasca in cocciopesto,
un lungo muro in opus vittatum
ed un pozzo circolare.
Località Monte Toro:
In località Monte Toro sono i ruderi della pieve rurale di San Martino del XII
secolo. La cappella, di forma rettangolare e con l'abside disposta con
l'entrata a nord, mostra nelle strutture attuali tracce dei rifacimenti che
l'edificio subì fra il XIII ed il XVI secolo.
Località Ponte dei Santi:
In località Ponte dei
Santi è visibile la cappella di S. Bernardino del XV
secolo. La costruzione, recentemente restaurata, presenta però le
caratteristiche del rifacimento eseguito nel 1890. All'interno vi è solo altare
con la statua del Santo, che secondo la tradizione locale qui insieme a Giacomo della Marca compì nel 1440 alcuni miracoli.
AQUILONIA:
Beni culturali artistici e storici:
Nel paese è possibile ammirare i ruderi delle abitazioni ottocentesche
con artistici portali scolpiti e resti degli edifici di culto di Santa Maria
Maggiore (XVIII secolo). Suggestiva è l’abbazia di San Vito, e il museo etnografico,
nel quale vi sono esposti gli attrezzi e i simboli relativi agli antichi
mestieri ed alle attività artigianali.
ATRIPALDA:
Beni culturali, artistici e storici:
Antica Abellinum- è
l’impianto urbano dell’antica città risalente all’età tardo –
repubblicana ( seconda metà del I° secolo
a.c.). Nel settore orientale della città si trova
Dogana dei
grani – Questa struttura, così come
Convento
di Santa Maria della Purità – Fondato nel 1660
nel suo palazzo dalla nobile Delia Laurenzano.
Specus Martyrum
ovvero il cimitero paleocristiano di Abellinum che venne formandosi intorno alle tombe dei
martiri è considerato tra i più importanti luoghi di culto della chiesa irpina .Lo Specus conserva i
resti di sant’Ippolisto e degli altri 19 martiri abellinati della persecuzione diocleziana
(304 – 312 d.c.). Danneggiata dal terremoto del 1980, la chiesa è stata
restaurata e si è arricchita di tre splendide porte bronzee.
Palazzo Civico –
Sorse, nella seconda metà del secolo XV, come monastero dei Padri Domenicani e
ospitò religiosi fino alla soppressione degli ordini monastici, agli inizi del
secolo XIX. Danneggiato dal terremoto del 1980, è stato restaurato ed ospita
gli uffici comunali.
Palazzo Ducale – sede dei Caracciolo,
che nel 1572 ottennero il titolo ducale, dominio destinato a perpetuarsi
ininterrottamente per quasi due secoli e mezzo sino all’eversione della
feudalità (1806).
Basilica Cimiteriale di
Capo
Piazza Umberto I – Sino
alla prima metà del Novecento, in quest’area, si
svolgevano le antiche e gloriose fiere atripaldesi,
di San Marco (24 aprile – 1 maggio) e di Santa Maria
delle Grazie (1 – 10 luglio), durante le quali si praticava
un attivissimo commercio interregionale. Due importanti edifici si affacciavano
sulla piazza: il convento e la chiesa degli alcantarini,
popolarmente oggi detta San Pasquale, e il settecentesco palazzo
Sessa. Il complesso conventuale degli alcantarini,
eretto nel 1589 e passato successivamente ai
francescani, ha subito profondi rimaneggiamenti. La chiesa, trasformata alla
fine del 160 ed ancora nell’Ottocento, fu arricchita di pregevoli opere d’arte,
tra cui il quadro raffigurante san Giovanni Battista (1779) di Vincenzo De
Mita.
Chiesa della SS.
Annunziata – E’ una
delle più antiche chiese atripaldesi. La struttura
ospitava l’”Ospedale dei poveri camminanti”, rifugio dei pellegrini.
Via Roma – Possiamo trovare diverse chiese: la chiesa del Carmine, la
cui struttura odierna risale al 1735, è dedicata alla Madonna del Carmine,
Patrona di Atripalda; la chiesa di San Nicola da
Tolentino; la chiesa della Maddalena che è stata eretta; nella sua forma
attuale; nel 1635 sui ruderi delle mura di Abellinum.
E’ ultimato il restauro della struttura e della tela settecentesca di Filippo
Pennino “Visitazione alle pie donne”.
AVELLA:
Beni culturali artistici e storici:
Dell’antica Abella restano in vista alcuni
monumenti e parte della struttura urbanistica antica, il cui asso viario
principale è ancora identificabile con il Corso Vittorio Emanuele che collegava
i due estremi della città,
nella quale campeggiavano l’Anfiteatro (località San Pietro) e le necropoli
(località Casale). Dei monumenti in vista, il più importante è senza dubbio
l’anfiteatro del 1 sec. a.c.,
uno dei più antichi e meglio conservati
in Campania. Al di fuori della città le necropoli, disposte lungo gli
assi stradali, sono oggi inglobate in
costruzioni successive. Un nucleo ben conservato è in località casale,
costituito da tombe databili tra la tarda età repubblicana ed il 1 sec. d.c., del tipo a “canocchia”, con
quadrato coperto da un’edicola o da un piano superiore sovrastato da una cuspide. Del periodo medievale Avella conserva un’importante testimonianza nel suo
castello, la cui area è la più ampia di tutte le fortificazioni irpine.
Pur se in uno
Stato di rudere, si possono ancora leggere i segni della stratificazione storica che è
testimonianza (come in buona parte del resto del mezzogiorno) dell’occupazione
dei Longobardi, poi dei Normanni e in seguito appannaggio delle varie famiglie
nobiliari(Del Balzo, Orsini, Spinelli) variamente
legate alle dinastie che si sono succedute sul regno di Napoli.
BAGNOLI:
Beni culturali artistici e storici:
IL territorio di Bagnoli Irpino ha avuto frequentazione di popoli fin dalla
lontanissima età del bronzo.
Ritrovamenti archeologici
confermano lo stanziamento di popolazioni, di origine
e provenienza appenninica. La guerra dei soci italici contro Roma, per la
questione della cittadinanza romana e la successiva guerra civile tra Mario e Silla, apportò devastazioni in tutto il territorio.
I veterani di Silla si divisero le terre più fertili, la popolazione fu
raggruppata in villaggi situati nella zona pedemontana
al confine con il demanio
“Ager Publicus” .
Di questo periodo è la
nascita di “Civitanova”, un villaggio ubicato presso
l’attuale Fontigliano; zona da sempre denominata
“CIVITA”.
Nei pressi di detto luogo, sorgeva in
epoca romana un tempio dedicato a Giove. Sulle rovine di questo tempio, vuole
la tradizione che San
Benedetto in persona, edificò un monastero del suo ordine.
Al tempo del principe Pandolfo di
Benevento, Civitanova era un fiorente villaggio e il
monastero era un centro attivo.
Nell’ 847 d.C. il ducato
di Benevento fu diviso in due principati; il nostro territorio fu aggregato a
quello di Salerno
e la linea di confine era a ridosso di Nusco e di Fontigliano; le bande saracene al soldo dei principi
longobardi in lotta fra di loro, devastarono
e saccheggiarono Civitanova e il monastero
.Gli abitanti per sfuggire alle incursioni, si trasferirono a Bagnoli, luogo
già fortificato. Il monastero continuò la sua esistenza, ma un violento
terremoto del 984 lo distrusse; sarà Santo Amato, primo vescovo di Nusco, a restaurarlo insieme alla chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, nel secolo successivo.
Del periodo longobardo,
l’insediamento presso l’attuale Fontigliano, era
certamente quello più significativo; nel territorio
però esistevano altri agglomerati, molti erano di modeste dimensioni, composti
da poche casupole, ubicati in prossimità di sorgenti perenni o torrenti; questi
insediamenti erano denominati “casali”
e di alcuni se ne tramandano i nomi : SAN LORENZO, PATIERNI, CRISCI,
SANTO IANNI PENDINO e BANINULO, poi BALNEOLO .
Quest’ultimo occupava una
posizione strategica ed il castello longobardo era stato edificato presso di esso sul poggio anticamente denominato “Lafelia”,
termine longobardo che significa la rocca , la fortificazione.
Dopo l’arrivo degli abitanti di Civitanova, Balneolo
divenne un centro consistente, crebbe di
importanza e cominciò ad essere menzionato nei documenti longobardi del tempo;
infatti, nel 901 lo si trova citato per una donazione fatta al monastero di San
Benedetto di Salerno da tal Erimanno, conte di Conza. Nel 1001, descritto in modo dettagliato, come centro
autonomo, viene citato per una concessione di tal Orso, figlio di tal Gisilberto da Montella ad un certo Giovanni per servizi militari
prestati. Bagnoli sorge, in definitiva, prima
dell’anno Mille, come centro fortificato a difesa del ducato longobardo di
Salerno. Al tempo della minore età di Federico II, Diopoldo
di Hohenburg Schweisspeunt,
capitano tedesco, ne fa un centro di rilevanza strategica; il paese divenne una
piazza d’armi, fu cinto da poderose mura
e munito di un formidabile castello, situato sul poggio detto Serra, e
dominante tutta l’alta valle del Calore . Fu in questo periodo che gli abitanti
di tutti i casali, si stabilirono in Bagnoli, allettati dalle promesse del feudatario tedesco
e per sfuggire alle scorrerie delle truppe francese del De Brienne,
che combatteva contro il capitano tedesco per conto del pontefice Innocenzo
III. Per molto tempo Bagnoli fu demanio regio, finchè al tempo degli Aragonesi fu dato in feudo, insieme con Montella
e Cassano alla famiglia Cavaniglia, spagnoli
imparentati con i Caracciolo e gli Orsini. In tale periodo il paese conobbe i più notevoli benefici di progresso e
rinnovamento, diverse iniziative produttive furono migliorate ed ingrandite.
Accanto all’industria armentizia, che gli Aragonesi favorirono considerevolmente, sorsero, in questo
periodo, la bachicoltura e soprattutto la produzione dei tessuti, filatura e
tintoria; la famosa “Pezza Bagnolese” per secoli
costituì un capo importante di corredo da sposa.
Bagnoli ospitò anche una comunità ebraica,
già dimorante in Salerno; valenti artigiani, gli ebrei si stabilirono nel rione
denominato “Giudecca”, e andarono a costituire il nerbo di quel ceto di commercianti ed artigiani, che tanto
ha contribuito, nei secoli, al progresso del paese. Luogo di ritrovo degli accademici Pontaniani,
Bagnoli, ispirò il poeta Sannazzaro, che da questi
luoghi trasse diversi spunti per il suo poema “ARCADIA “. Eretto a ducato nel
1611, fu tenuto in feudo dalla famiglia Maiorca-Strozzi,
fino al 1806, quando fu abolita la feudalità. Custodi gelosi e fieri della loro
libertà, i Bagnolesi imponevano sempre ai diversi
feudatari il giuramento dei “Capitoli”, norme e privilegi riguardanti gli usi
civici sul demanio da parte della popolazione. La rivoluzione del 1799 e i moti
carbonari del 1820, videro
i Bagnolesi parte attiva, e la
restaurazione conseguente si fece sentire in questi luoghi in modo più cocente.
Quaranta famiglie furono interdette dai traffici e dai commerci, segnando il
declino di tutte le attività produttive. L’emigrazione, piaga sociale endemica
delle terre meridionali, ha segnato profondamente la vita di Bagnoli.
IL paese per il suo
futuro punta tutto sul turismo, considerata la sua unica vera risorsa di
sviluppo.
Di grande interesse è il
complesso monumentale rinascimentale della chiesa e del convento di S.
Domenico, con il suo imponente campanile ottagonale in stile normanno-svevo e il suo chiostro cinquecentesco. La chiesa
matrice, intitolata all’Assunta, conserva: il coro ligneo seicentesco, prezioso
gioiello di intaglio dichiarato monumento nazionale,
il fonte battesimale, opere di valenti artisti Bagnolesi, tele del D’Asti e del Cestaro
e statue del De Venuta. La grande tela della Madonna
Del Rosario, opera del sommo artista Marco Pino da Siena, già nella chiesa di
San Domenico, trovasi attualmente nel museo circondariale di San Francesco a
Folloni.
La possente torre normanno-sveva, erroneamente detta dei Cavaniglia,
le chiese di San Lorenzo, della Pietà, il complesso detto “Monastero” e
numerosi palazzi gentilizi del centro storico e della piazza
L. Di Capua,
completano un panorama storico-artistico di grande rilevanza. Le suggestive grotte del “Caliendo”
in via di valorizzazione, il lago del “Laceno”, i
numerosi pianori e sentieri montani costituiscono spunti turistici di grande
interesse.
BAIANO:
Beni
culturali artistici e storici:
Da visitare il Santuario
di S. Stefano, santo Patrono, a tre navate ampliato e
restaurato nel 1920, funzionante da parrocchia già nel 1586;
BISACCIA:
Beni culturali artistici e storici:
La più antica testimonianza relativa all’abitato
attuale è del 1097, quando, probabilmente, già era stato edificato il Castello,
il quale venne in seguito trasformato in Palazzo Ducale (che ospiterà il Museo
della Valle dell’Ofanto): il fulcro del suggestivo
centro storico, che conserva l’impianto
urbanistico antico. Interessante è
CALITRI:
Beni culturali artistici e storici:
CHIESE:
Chiesa della SS. ANNUNZIATA,
risalente al secolo XVI;Chiesa dell’IMMACOLATA
CONCEZIONE, costruita sul poggio di S. Biagio nel sec. XVIII;Chiesa di SAN
CANIO;Chiesa di S. ANTONIO DA PADOVA;Chiesa di SAN BERARDINO, risalente al sec.
XVIII;Chiesetta del CALVARIO;Chiesa di SANTA LUCIA;Chiesa di S. ANTONIO
ABATE;Chiesa della MADONNA DELLA FORESTA- sec.XVIII-Km
3;Chiesa di SANTA MARIA DELLE GRAZIE;MONASTERO DELLE
BENEDETTINE, attuale CASA COMUNALE.
PALAZZI STORICI:
PALAZZO ZAMPAGLIONE;PALAZZO BERRILLI con TORRE DELL’OROLOGIO;PALAZZO
RINALDI;PALAZZO VITAMORE;BORGO CASTELLO;TORRE DI NANNO;PALAZZO BARONALE,
ricostruito dal principe Mirelli, dopo il crollo del
castello con il terremoto del 1694;
RESTI DI CINTA MURARIA;ABBAZIA e BORGO SANTA MARIA IN ELCE.
MUSEI
MUSEO DELLA CERAMICA;MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA;
MUSEO DELL’IMMACOLATA
CONCEZIONE;MOSTRA DELLE SCIENZE INTERATTIVE.
CASTELVETERE SUL CALORE:
CERVINARA:
Il Castello Medievale di Cervinara -
Il Mastio |
|||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||
Il Castello di Cervinara viene nominato per la prima volta in una cronaca del XII
secolo( Cronaca del Volturno). Un monaco di nome Frà
Giovanni racconta di uno scambio di beni avvenuto nell’anno 837 tra l’abbazia
di San Vincenzo al Volturno ed il Principe longobardo di Benevento, Sicardo. L’abbazia avrebbe ceduto al Principe una
costruzione fortificata chiamata “Cerbinaria” nel
territorio Caudino. Essendo questa testimonianza posteriore di alcuni secoli, non si può avere l’assoluta certezza che
l’autore si riferisse all’esistenza di un castello già ai tempi di Sicardo. L’ipotesi più convincente è che l’opera attuale
sia il risultato delle sovrapposizioni di vari interventi, anche se non
posteriori all’età angioina, sulle rovine di un
precedente fortilizio Longobardo. Quanto all’abitato, quelle che attualmente sono chiamate “Castello “ e “Ioffredo” ( da Gottfred o Jeofred forse tra i primi feudatari dal quale risale il
nome la frazione Ioffredo) furono le parti
originarie del borgo medievale. In particolare “Castello” mostra ancora
aspetti tipicamente longobardi. Il Castello ed il borgo sottostante furono distrutti tra |
|||||||||||||||||||
Monumenti Architettonici |
|||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||
Palazzo Ducale-Piazza Elena (località Ferrari) I D’Avalos, che ricevettero il
feudo Cervinara in dono dal demanio spagnolo nel
1532, preferirono costruire un nuovo palazzo, più tosto che restaurare il
rudere Castello. Fu così che nel 1562 iniziò la costruzione del Palazzo di Ferrari, che fu ultimato con
grande sforzo economico solo diciannove anni dopo.Acquistato dai Caracciolo nel 1607, il castello appartenne alla stessa
famiglia fino al 1806, quando furono aboliti i diritti feudali. I cittadini che volevano attingere acqua dovevano
passare per il portone centrale del palazzo violando la proprietà stessa. |
|||||||||||||||||||
|
Monumento
ai Caduti
|
||||||||||||||||||
Chiese e Santuari |
|||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||
|
CONZA DELLA CAMPANIA:
Beni
culturali artistici e storici:
Da visitare:
Parco storico e archeologico, Oasi Diga di Conza,
Strutture dell’Invaso sul fiume Ofanto, Cattedrale S.
Maria Assunta nel Centro storico, cattedrale S. Maria Assunta ricostruita nel nuovo.
FORINO:
Beni
culturali artistici e storici:
il Castello- segno
dell'antica dominazione longobarda che si ergeva sul Monte San Nicola. Il
Castello fu costruito a scopo di difesa del paese, casale dell'antica Abellinum ed è famoso per lo scontro avvenuto fra i
Longobardi ed il duca di Benevento Romualdo. Attualmente è in attesa di restauro.
il Palazzo Feudale- altro
importante edificio storico del paese che fu per secoli residenza dei principi Caracciolo. Edificato, quasi certamente, agli inizi del '400, era costituito da vari corpi di fabbrica e da un
incantevole parco. Dell'antico impianto sono rimasti intatti soltanto il fronte principale e due delle quattro porte che
racchiudevano il corpo di Forino e parte del parco.
il Santuario di San Nicola-
che fu certamente la prima chiesa edificata a Forino. Fonti ne danno notizia già nell'anno 1309: molto probabilmente fu
realizzata prima dell’anno 1000 dai Bizantini in onore di S. Nicola, vescovo di
Miro. La costruzione è a tre navate, con campanile e portale di pregevoli
fattezze architettoniche.
Villa Parise- un tempo fastosa dimora dei signori della
città, di cui oggi è possibile ammirare, in buono stato di conservazione, il
giardino.
FRIGENTO:
Passeggiando per le sue strade è ancora possibile ammirare antichi
palazzi ben conservati : Palazzo Filippine, di epoca
settecentesca, con portale decorato da motivi floreali e giardino pensile, Palazzo
Pelosi, del XVIII secolo, con splendido portale in marmo travertino ornato in
stile barocco. Palazzo fiamma con androne lastricato e tela
settecentesche al primo piano. Palazzo De Leo e
Palazzo Cipriano, con cortile interno e portale
decorato con motivi barocchi.
Dell’architettura sacra è testimonianza la chiesa di san Marciano,
nella quale sono stati scoperti materiali di epoca
romana inglobati nelle mura e la scultura di san Marciano. Nei pressi della
villa comunale è la chiesa del purgatorio, piccolo edificio di culto risalente
al 1747, con portale decorato, il monumento principe dell’architettura sacra frigentese è la cattedrale di Santa Maria
assunta, in cui, al seguito del recente restauro, sono state rinvenute
iscrizioni di epoca romana e resti di una chiesa del
VII secolo.
LIONI:
Beni
culturali artistici e storici:
La chiesa madre,
costruita nel 1580, con la torre campanaria della seconda metà del 1400,
custodisce molte opere pregiate dello scultore Pietro Fittoli, tra cui la
statua di San Michele Arcangelo.Di origine ignota
La popolazione è dedita
all’agricoltura, anche se si è avuto uno sviluppo commerciale e industriale
notevole. Sono importanti fabbriche di laterizi, di blocchi di cemento,
mobilifici, e officine meccaniche. La posizione di Lioni, circondata da prati verdi, e verdi boschi, attira i
turisti, specie quelli che desiderano godere il silenzio campestre e l’aria
pura dei monti.
MERCOGLIANO:
Beni culturali artistici e storici:
Molto caratteristico è il
borgo medioevale: CAPOCASTELLO. L’ingresso al centro storico è segnato
dall’unica porta superstite della cinta muraria, Porta dei santi, realizzata in
pietra viva e recante sulla fascia sovrastante il varco d’ingresso affreschi
raffiguranti i santi patroni: Modestino, Flaviano e Fiorentino. Nel cuore del
borgo si erige
Da visitare nel centro del paese la importantissima
Chiesa di S.Modestino: l’edificio è caratteristico
per il campanile a cavalcavia posto sul lato destro del prospetto; all’interno
presenta un soffitto decorato con
stucchi e marmi e recante il dipinto del pittore nolano
Mozzillo, raffigurante episodi
del tremendo incendio del 1656 che distrusse parte del borgo
antico; quattro cappelle
laterali e il “pozzo santo”, contenente un’acqua considerata
miracolosa. Il pozzo,
profondo
Di notevole spessore
architettonico è il Palazzo Abbaziale di Loreto. Progettato in stile barocco
dall’architetto Vaccaro, fu concluso
dal Di Blasio. L’edificio ha forma ottagonale e
all’interno un ampio giardino. All’interno vi si può ammirare
Meta religiosa molto rinomata è
il Santuario di Montevergine, situato sull’omonimo
monte, a 1270m sul livello del mare. Il santuario fu
fondato nel 1118 da S. Guglielmo da Vercelli e consacrato nel 1124 dal vescovo
Giovanni di Avellino. Durante la seconda guerra mondiale il santuario fu nascondiglio per sette anni della
Sacra Sindone. Il culto religioso è legato all’immagine della Madonna che
troneggia sull’altare maggiore, una tavola lignea, racchiusa in una cornice di
bronzo dorato ed una seconda cornice di marmo africano nero.
MONTECALVO:
:
Beni
culturali artistici e storici:
Montecalvo Irpino
è situato su una collina, di cui la parte alta è costituita dal centro storico
composto da sette livelli di unità abitative che
avvolgono il Castello Ducale, attualmente in fase di recupero totale e
la chiesa Collegiata di S. Maria Assunta che
al suo interno custodisce la statua lignea della Madonna “Mamma Bella
dell’Abbondanza, cosi chiamata da S. Pompilio Maria
Pirrotti nato a Montecalvo
Irpino nel 1710. La statua lignea fu dispersa a causa
del terremoto del 1702 appartenente alla nobile famiglia Pirrotti,
e ritrovata nel costruendo Museo Pompiliano
nel 2002. Attualmente la statua è oggetto di culto e
di studio per la caratteristica di presentare nell’occhio destro la
raffigurazione di un teschio. I numerosi palazzi storici con i portali in
pietra lavorata a mano, all’interno di vicoli, che si snodano attorno al centro
storico, in fase di pieno recupero, costituiscono uno scenario unico nel suo genere
similare ai sassi di Matera.
MONTEFUSCO:
Beni culturali, artistici e
storici:
L’ex Carcere Borbonico- è
situato nei sotterranei dell’antico Castello . Nel
1845 fu chiuso e nel 1852 Ferdinando II di Borbone lo
riaprì come Bagno Penale di I classe, destinato
esclusivamente ai detenuti politici. Dopo la proclamazione del Regno d’Italia il carcere venne utilizzato come succursale di quello
di Avellino e nel 1923 fu definitivamente chiuso. Successivamente
è stato dichiarato monumento nazionale ( Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio
1928). Oltre all’ex Carcere Borbonico nel centro storico
diversi sono i luoghi da visitare.In largo
Seggio si può ammirare un suggestivo panorama e una
torre d’epoca normanna, Torre Riola-Tra le chiese è
possibile visitare: la chiesa di S. Francesco, la chiesa Palatina di S.
Giovanni del Vaglio, la chiesa e il convento di Santa Caterina da Siena, la
chiesa del Carmine che risale al 1612 e l’antica chiesa di S. Sebastiano
In via
S. Bartolomeo si possono ammirare le eleganti colonne di pietra intagliata
risalenti al 1200, la cinta muraria normanna e la chiesa omonima.
In tutto il centro
storico è possibile ammirare dall’esterno antichi palazzi
nobiliari con i portali di pietra intagliata, sormontati da stemmi gentilizzi e regali.
MONTELLA:
Beni culturali artistici e storici:
Castello del monte: Il Donjon,
ancora visibile costruito in epoca normanna, si sviluppava su quattro piani: i
primi due occupati da locali di servizio, gli altri due adibiti ad abitazione-
nel XIII - XIV secolo andò accentuando i caratteri di residenza signorile
rispetto a quelli difensivi. Il
castello fu definitivamente abbandonato nel XVI secolo, ma il suo utilizzo continuò con la
costruzione del monastero e la chiesa di Santa Maria che contiene pregevoli pezzi di arte lignea
dell’importante scuola bolognese.
San Francesco a folloni: risala alla metà del XIII secolo e subi ampi rimaneggiamenti ad opera
dei Cavaniglia. Possiede elementi d’arredo liturgico
di pregevole fattura che ne fanno uno dei più importanti “contenitori” d’arte
dell’intera Irpinia.
Rocca san Felice: tra i suoim resti è ancora
visibile la parte architettonicamente più
interessante: il “Donjon”, la torre cilindrica
risalente all’epoca normanna che incorpora una serie di altre
strutture difensive ad essa preesistenti. Salendo “tra le rocce” del borgo può
essere particolarmente interessante una visita al Museo Civico, che raccoglie
gran parte dei materiali venuti alla luce degli scavi del castello: reperti in
metallo, vetro, legno, osso, terracotta, e, soprattutto, manufatti ceramici che
testimoniano le diverse fasi di occupazione del sito
dal XII al XV sec.
MONTEMARANO:
Beni
culturali artistici e storici:
Da visitare
Il Castello si presenta
come un possente quadrilatero irregolare, privo delle mura di cinta e delle
torri, perché trasformato in palazzo verso il 1700. Conserva
tuttavia la struttura originaria nel piano terreno.
ITINERARIO DI
MONTEMARANO
Vi va di trascorrere una giornata all’insegna di
sapori genuini, autentico folklore e alla riscoperta di tradizioni e cultura???
la soluzione è una sola: montemarano!
gia lo slogan “montemarano
paese del vino e della tarantella” spiega tanto.
esso è un piccolo centro irpino
con diverse forme di turismo quali: turismo religioso, enogastronomico
e montano.
ciò che rende unico l’aspetto montano del paese è la
presenza di un esteso territorio boschivo caratterizzato da diverse aree
pic-nic. perciò cosa c’è di meglio che trascorrere il
tempo libero stando a diretto contatto con la natura e respirando aria pura?!
scendendo a valle è possibile ammirare il paese raccolto
attorno al castello in cima. e’ un centro molto antico
la cui storia risale a molto prima dell’anno mille e conserva intatta la
struttura del centro storico.
fonte del turismo religioso è la splendida cattedrale
santa maria assunta ed il museo dei parati sacri. la cattedrale, fondata intorno all’anno mille, ha comunque
subito nel tempo diverse ricostruzioni ed interventi di restauro che hanno reso
il suo stile, originariamente romanico, in stile barocco molto sobrio.
cattedrale santa maria
assunta : prima e dopo.
in essa sono custoditi i resti del cittadino, vescovo
e poi protettore di montemarano san giovanni.
san giovanni: cittadino, vescovo e protettore di montemarano
il museo dei parati sacri di montemarano
rappresenta il primo esempio in italia meridionale di
raccolta di preziosi tessuti italiani realizzati per buona parte in italia meridionale tra il xvi e
l’inizio del xx secolo. questo
museo è allestito nell’ex chiesa del purgatorio risalente all’inizio del 1700.
da un punto di vista enogastronomico
è possibile apprezzare il paese per la presenza di un’ intensa produzione di
vino e olio. non a caso la fortuna di montemarano è legata alla produzione di un ottimo vino dal
colore rosso rubino conosciuto con il nome “ taurasi”,
primo vino d.o.c.g. realizzato in italia
meridionale.
la presenza di diversi ristoranti ed agriturismi presenti al centro del paese, così come nel
bosco, offre la possibilità di gustare succulenti piatti tipici della zona come
ad esempio la “maccaronara e i cecaluccoli”,
meglio conosciuti come cavatelli!
come tralasciare l’antica tradizione folkloristica del paese rappresentata dal carnevale e dalla
tarantella di montemarano, unica nel suo genere per
la sua ritmica assolutamente trascinante e con una grande capacità di
coinvolgimento. questa rende unico il carnevale,
festeggiato nei tre giorni prima delle ceneri, attraverso il corteo in maschera
per tutto il paese sulle note della tarantella.
carnevale: prima e dopo.
l’importanza della tradizione folkloristica
viene riportata nel museo etnomusicale “hyrpus doctus” istituito da pochi
anni nel quale vengono raccolti e conservati i più importanti e antichi
strumenti musicali della zona.
pertanto, munitevi di entusiasmo, macchina fotografica e
nacchere e raggiungeteci presto!!! ricordate inoltre che…………………….
MONTEMARANO
è UN POPOLO!!!!!
Per qualsiasi informazione e curiosità su Montemarano, potete visitare il sito internet www.promontemarano.it, sul quale
troverete un’ampia galleria fotografica sul carnevale e sugli aspetti
caratteristici del paese!!
MONTEMILETTO:
Beni
culturali, artistici e storici:
Il castello “Della
Leonessa”:
Vessillo di Montemiletto. Costruito in epoca Longobarda, intorno al
1050, sulle rovine di una costruzione d’epoca romana, venne
rinnovato nel XII secolo dai Normanni.
La fortificazione, arroccata in un punto
strategico della collina, ha subito nel corso dei secoli varie ristrutturazioni
e solo in epoca rinascimentale perse definitivamente il carattere di fortezza
medievale ed assunse le linee di palazzo baronale.
I Palazzi gentilizi
Lo scenario architettonico dei
luoghi è costituito da varie costruzioni lungo le sue ”rue”
ed è contrassegnato da diversi palazzi, delle varie autorità del tempo, come: Fierimonte, Paladino, Fusco, Fina, Musto,
Rossi, Baratta , Pesa, Cubello, Colletti, Centrella, Gualtieri, Giacomantonio, Micera, Sarro e Filangieri (quest’ultimi due a Montaperto).
Le Chiese:
Le terre di Montemiletto e di Montaperto nel
corso della storia hanno subito il peso profondo della religione cristiana e
delle varie organizzazioni che ne sono derivate, ciò è testimoniato dalle
numerose chiese cattoliche. In Montemiletto
si trovano: la chiesa di S. Maria Maggiore
(dell’Assunta) che fu edificata sulle vecchie mura di cinta intorno al 1400.
Poco distante, sempre lungo via Regina Margherita,
troviamo la chiesa di S. Pietro Apostolo, anch’essa costruita nel 1400 e
ristrutturata intorno al
Il Convento dei
Padri Domenicani
La chiesa di S. Anna e
l’annesso Convento dei Padri Domenicani furono costruiti intorno al 1500, nella zona
a sud del castello.Dalla chiesa si può accedere all’adiacente Chiostro del Convento dei Padri
Domenicani. Detto chiostro comprende un portico costituito da 20 colonne e
pareti con
rinvenimenti di affreschi con immagini dei monaci Domenicani. Da una scala,
attraverso il portico del Chiostro, si accede al primo
piano del Convento, oggi destinato a
sede dell’Amministrazione Comunale e dei
suoi uffici.
MONTORO SUPERIORE:
Beni
culturali artistici e storici:
Palazzi Storici:
Palazzo
Pepe; Palazzo Tango; Palazzo Galliani; Palazzo Pironti; Palazzo del Pozzo; Palazzo Galliani-Cutolo;
Palazzo De Giovanni; Casa Gervasio. Borgo medievale di Aterrana.
Chiese:
Chiesa di San Martino;
Chiesa di S. Eustachio; Chiesa di S. Valentiniano
Arciconfraternita del SS. Nome di Dio del 1701; Chiesa
di Montevergine; Chiesa di Santa Maria
degli Angeli; Convento di Santa Maria degli Angeli
del 1500; Casa Canonica; Chiesa dell' Addolorata; Chiesa di San Giuseppe;
Chiesa di San Rocco.
Dipinti e Statue:
Busto San Pietro; Busto
San Paolo; Dipinto Sacra Famiglia; Coro ligneo Miracolo della Vergine; Altare
Maggiore Baldacchino d' altare; Dipinto Incoronazione
di Maria; Dipinto
Cristo, Madonna, Santi e anime purganti; Dipinto Sacra famiglia e Santi; Statua Madonna Addolorata; Dipinto Madonna e Santi
intercedono per le anime; Dipinto Angeli , allegorie, profeti; Dipinto Madonna di
Montevergine; Dipinto San Cristoforo; Dipinto San
Giuseppe, San Martino, San Francesco Saverio; Dipinto Madonna e i Santi
Francesco e Antonio; Dipinto Madonna, Sant' Anna, San
Biagio vescovo; Statua Madonna della Grazie; Statua_San
Rocco; Presepe del ‘700; Dipinto Discesa dello Spirito Santo Madonna e Santi
Apostoli.
Biblioteche
Biblioteca “Mons. Michele Ricciardelli”
fondata dalla Pro Loco Montoro;
Biblioteca Comunale
“Aurelio Galiani”.
NUSCO:
Beni culturali artistici e storici:
Le testimonianze della storia trovano l’espressione più alta nel
centro storico, che conserva palazzi signorili ascrivibili al
XVI,XVII,XVIII,XIX secolo: i Palazzi Natale, Astronomica, Imparato. La
cattedrale di S. Amato, di epoca settecentesca,
conserva una monumentale facciata con un bellissimo portale centrale;
custodisce pregevoli opere d’arte, tra cui un pergamo ligneo della seconda metà
del XVII secolo e un seggio vescovile in legno intagliato del XVIII secolo. Nel
sottosuolo si apre una cripta romanica con coperture a crociera sostenute da
colonne. A pochi chilometri dal paese è da visitare l’ottocentesco Complesso
Religioso di Fontigliano, con piccolo antiquarium annesso, che conserva reperti di epoca romana rinvenuti nelle zone circostanti.
PAGO VALLE LAURO:
Beni
culturali artistici e storici:
Castello Lancellotti:fondato
nel x secolo dai longobardi, distrutto e poi riedificato dai normanni. Nel
corso dei secoli ne furono feudatari i conti di Caserta i
del Balzo gli Orsini, i marchesi Pignatelli,
infine i principi Lancellotti, i cui discendenti ne
sono ancora proprietari. Nella grande sala d’armi ,
dove un grande affresco riproduce la scena dell’incendio che distrusse il
castello ai tempi dei tumulti legati
alle vicende politiche della Repubblica Partenopea, troviamo le antiche armi e
corazze. La farmacia settecentesca conserva arredamenti e vasi autentici
dell’epoca; la biblioteca raccoglie una notevole quantità di oggetti
antichi (sec. XVII XVIII) e moderni. Suggestiva è la
cappella con rosone e vetri policromi. In sacrestia si conserva un grande affresco quattrocentesco
raffigurante una madonna con i santi, proveniente dall’antica cappella
demolita. Ammiriamo inoltre un grazioso e piccolo chiostro. Due grandi cortili,
infine, costituiscono il centro spazioso intorno al quale si levano le mura del
castello.
PATERNOPOLI:
Beni
culturali artistici e storici:
Il paesaggio di
Paternopoli , tra verdi e
fertili colline, consente lunghe passeggiate salubri.
Da
visitare
PRATA P. U. :
Beni culturali artistici e storici:
Basilica paleocristiana. La chiesa della ss. Annunziata di Prata risale all’ VIIi secolo, con caratteri di chiesa rupestre a ridosso di
una grotta che conserva ancora sepolture in sarcofagi di terracotta e di
pietra. Due colonne romane di spoglio fiancheggiano il portale d’ingresso, da
cui da cui si accede ad un’aula a navata unica,
culminante nell’abside. Scavata nel tufo, presenta una particolare pianta
ellittica e, sul fondo, una nicchia affrescata con un’immagine di una Vergine
Orante, risalente all’VIIi secolo, dietro cui si apre un deambulatorio con avanzi di sepolture. A
sinistra si apre una grotta, catacomba cristiana del III – IV secolo, con
sarcofagi, altari e affreschi, tra i quali, di particolare interesse, quello
raffigurante l’Arcangelo Gabriele e l’Annunziata.
QUAGLIETTA:
Beni culturali artistici e storici:
Quaglietta antica e il suo castello
offrono a livello paesaggistico un’immagine duplice,
di grande suggestione. Il valore eccezionale del Castello e del Borgo sta nel
fatto che le casette erano abitate fino al terremoto del 1980 e dopo
abbandonate per necessità, mute testimonianze di storie antiche che
determinarono eventi importanti dell’intera valle.Sul
territorio del paese sono disseminate anche varie Chiese, possibili a visitare,
come quella di Santa Maria delle
Grazie, San Rocco, Santa Maria del Carmine e
S. ANGELO DEI LOMBARDI:
Beni culturali artistici e storici:
Chi guarda Sant’Angelo da lontano non può non
essere attratto dai massicci edifici che sovrastano i due cucuzzoli dai quali
si stagliano:
Tutti questi monumenti,
di grande interesse storico e artistico, furono fortemente danneggiati dal
terremoto del 23 novembre 1980, ma i lavori di restauro li hanno portati agli
antichi splendori.
Una peculiarità
dell’impianto urbanistico di Sant’Angelo è la pianta
del Centro Storico; un impianto tipicamente medievale, con una serie di
violetti che sbucano sulla strada professionale, che va ad avvitarsi a
chiocciola intorno ad un tessuto edilizio fortemente stratificato, le cui origini sono assai lontane nel tempo.
Le
sue origini non sono note. La pianta è a croce latina ed è maestosa nella sua
struttura architettonica, anche se le ricostruzioni succedutesi agli innumerevoli
terremoti ne hanno profondamente alterato le linee originali.
La
facciata viene fatta risalire al 500. Il portale
d’ingresso, che si sviluppa a tutto sesto e mostra sulla parte più alta due
bassorilievi raffiguranti angeli impalmati, è sovrastato da tre statue
raffiguranti il Cristo Salvatore, l’Arcangelo Michele, protettore della città,
S. Antonino, titolare della Cattedrale. Uno spazioso sagrato introduce
all’interno del tempio, che è suddiviso in tre navate di cui la centrale è
molto più larga di quelle delle laterali. Numerose statue, alcune di notevole
pregio artistico, arricchiscono le navate laterali.
Dall’abside
centrale pende un bellissimo crocifisso del 1500 che
una volta era nell’Abbazia di S. Guglielmo. A destra di chi entra, incassato
nel muro perimetrale, spicca il monumento funebre che Donato Cecere fece innalzare nel
Il
restauro strutturale della Cattedrale è stato sapientemente completato con gli
interventi di recupero delle opere artistiche di cui
Dalla
torre campanaria che sorge di fianco alla Cattedrale,
mandavano i loro sonori i rintocchi le campane delle locali fonderie Ripandelli e Tarantino; di
queste, purtroppo, è restata solo quella collocata nella prima cella.
IL
CASTELLO:
Tutto
quanto è stato già scritto sul Castello di Sant’Angelo è stato posto in discussione dalla campagna di scavi
e dai lavori di restauro da cui è stato interessato. Perimetri murari di epoca longobarda, strutture normanne e sveve e, soprattutto, una basilica assolutamente ignota
hanno aperto una nuova finestra sulla storia passata della città. L’edificio
sacro, con tre absidi e tre navate, hanno fatto
credere che fosse la prima chiesa Cattedrale di Sant’Angelo,
presumibilmente legata all’istituzione della sede vescovile dell’XI secolo. La
torre quadrata, posta di fianco alla struttura fortilizia
è parte rilevante del Castello, si è mostrata come una struttura abitativa
completamente autosufficiente, ultimo baluardo difensivo per chi vi abitava.
Numerose tombe, la cui datazione è
ancora in corso, sono state rinvenute lungo il
perimetro esterno della struttura castrense. Gli storici sono dell’avviso che
l’esame dell’impianto funerario e del corredo trovato all’interno delle sepolture
riserverà ancora delle inaspettate sorprese, consentendo di aggiungere altre
tessere al mosaico del passato storico di questa antica
città dell’Alta Valle dell’Ofanto.
L’ABBAZIA
DEL GOLETO:
A
pochi chilometri dall’abitato di Sant’Angelo, nella
piana del Goleto si stagliano le mura possenti
dell’Abbazia che S. Guglielmo da Vercelli volle erigere nel
Di
particolare rilievo storico e scientifico sono i numerosi manufatti lapidei di età romana, per lo più re-impiegati nelle strutture
murarie: lapidi ed iscrizioni, fregi e bassorilievi testimoniano di una
consolidata presenza nella piana del Goleto di
una colonia militare, che qui eresse fortificazioni, are sacrificali e sacelli
funebri.
SANTA PAOLINA:
Beni
culturali, artistici, storici:
D’interesse vi è
Santa Paolina non
annovera beni architettonici rilevanti. I palazzi ottocenteschi sono stati
abbattuti a seguito del terremoto.
SERINO:
Beni
culturali artistici e storici:
Da visitare e di notevole interesse sono: il Castello feudale, il
Convento dei Frati Minori, l’Oratorio Pelosi , la
grotta del Santissimo Salvatore e le miniere di ittiolo.
SOLOFRA:
Beni culturali artistici e storici:
Colleggiata di s. Michele arcangelo;
fulgida espressione del barocco napoletano e prezioso scrigno di opere pittoriche. Il cassettonato
della navata centrale , di G.T.
Guarino, evoca quello vasariano di Palazzo
Vecchio; il transetto accoglie i dipinti di Francesco Guarino. Pregevoli
espressioni dell’arte d’intaglio del legno sono l’organo e il pulpito del Maestro
Sclavo.
TAURASI:
Beni
culturali artistici e storici:
Campanile, in
vico Campanile:
Alto sui 20-
Cappella del Crocifisso, in c/da Pisano:
Ad unica navata con tetto "a pagoda" ed è in stile moderna.
Cappella,del,Crocifisso,in,via,Fontana:
Ad unica navata con uno stile che si rifà al barocco, così l'esterno dove
l'ingresso è preceduto da finte
TEORA:
Beni culturali artistici e storici:
Da visitare
il centro storico, interamente ricostruito dopo il sisma dell’80, percorrendo
la vecchia Via Monte sino a giungere ai ruderi della Chiesa Madre (anch’essa
distrutta) da cui si gode un’ampia veduta su tutta la valle dell’Ofanto. Interessante, inoltre, il “Percorso delle Fontane”, che
parte dalle due fonti principali presenti nel centro abitato (Fontana del Piano
e Fontana del Monte), per estendersi, poi, a quelle più piccole site lungo i
sentieri che conducono alla campagna teorese.
TORELLA DEI LOMBARDI:
Beni culturali artistici e storici:
Il borgo d’origine
medievale si sviluppa lungo le pendici del colle su cui sorge il castello. Vi
si riconoscono i ruderi della chiesa di S. Maria del Perillo, la chiesa più antica con quella di S.
Eustachio(XIII sec) che era ubicata nel castello e
quella di S. Antonio che risale al XVIII sec. Nel XVI secolo venne costruita S.
Maria del Popolo; danneggiata dal terremoto del 1980
è stata ricostruita in una posizione più decentrata. Nel borgo sorge la
monumentale fontana pubblica, realizzata nel secolo scorso e
più volte restaurata. A breve distanza dall’abitato i ruderi del
castello di Girifalco sono individuati dalla torre dell’XI-XII secolo, presso
la quale sorge la chiesa dei Ss.
Giovanni e Paolo. Nel centro antico è possibile ammirare numerosi elementi del
Medio Evo. Il castello Candriano eretto dai Saraceni
e sottoposto ad interventi nei secoli successivi dai Caracciolo,
è stato completamente restaurato ed adibito a sede comunale e a sede di manifestazioni artistiche e culturali, presenta un bell’ingresso che si apre su una piazzetta ed è affiancato
da due poderose torri cilindriche. All’interno si trovano un giardino pensile,
il cortile, la cappella S. Eustachio ed un museo civico.
AV.
Le origini
di Trevico risalgono all'età longobarda
anche se il paese è citato da Orazio nella notissima satira che narra il
suo viaggio da Roma a Brindisi in compagnia di Mecenate, avvenuto nel
Nel Medioevo, Trevico fu centro e roccaforte
della Baronia di Vicum, comprendente gli attuali
comuni di Carife, Castello, S. Nicola, S. Sossio e Zungoli, Vallata, Flumeri, Montaguto, Accadia, S. Agata di
Puglia e Ascoli Satriano. Nel 1507, Re Ferdinando II
il cattolico, donò
Il nome del paese deriva
probabilmente dal latino "Tres Vici", che indicava l'insieme di tre villaggi:
frazione S. Giuseppe e Taverna delle Noci in Vallesaccarda,
e S. Pietro di Olivola verso
Trevico fu sede vescovile per circa un
millennio (da qui anche il motivo dell'appellativo di Città), probabilmente dal
1058, dopo il concilio di Melfi, fino al 1818, anno in cui, dopo il passaggio
al Regno delle Due Sicilie, fu unita alla
Diocesi di Lacedonia.
I segni
dell'epoca della Baronia di Vicum
si leggono nell'interessante patrimonio artistico del paese.
L'ex Cattedrale, fu costruita tra il
455 ed il 534, probabilmente sul tempio distrutto della Dea Trivia,
dalla quale si dice abbia preso poi il nome il paese,
e divenne Cattedrale nel 1058 quando Trevico fu
elevata a Diocesi. Oggi spiccano ancora una fonte battesimale
in pietra del 1618; un coro ligneo
settecentesco; una nicchia del 1400; gli affreschi della cripta il cui portale
risale al 1409; numerosi altari
in marmo pregiato; l'urna in argento contenente le reliquie di S. Euplio,
patrono del paese; due capitelli corinzi; l'organo monumentale del 1905.
Fondata
da S. Guglielmo, e' stata restaurata in seguito al
terremoto del 1980 ed inaugurata nel 1994.
L’altare
maggiore è dedicato alla Madonna dell'Addolorata che si festeggia il martedì
dopo
Risalente
al 1855 circa, è stata anch'essa restaurata in seguito al terremoto.
Di
fronte alla Chiesa si trova una croce in pietra del 1618.
Cripta
Antichissima (il portale gotico risale al 1409) pare dovesse essere il
primo tempio pagano, dedicato alla Dea Trivia, dalla
quale probabilmente prese il nome il paese. Fu
riaperta dopo il terremoto del 1980, poiché l'ingresso era ostruito da muratura
e sprangatura in quanto l'ambiente era colmo di ossa
umane.
Durante
il restauro, vennero alla luce: l'altare sacrificale,
la statua lignea della Madonna della Libera, i reperti lapidei e tufacei e le
tracce di affreschi, questi ultimi, probabilmente, opera di allievi napoletani
di Giotto.
All'ingresso
di Via Roma, asse viario centrale dell'agglomerato
medioevale, è ancora esistente
Sul punto
più alto del paese si conservano i ruderi del Castello medioevale
costituiti da cortine murarie difensive in cui si aprono sei finestroni ed una torre cilindrica su una base di epoca Aragonese. Di esso, se ne parla già nel 1078 quando Gradilone,
signore del Castello di Vico, partecipò ad una sollevazione contro Roberto il
Guiscardo. Nel corso dei secoli ha subito diversi assalti e dal
XV secolo perse la sua importanza e venne progressivamente abbandonato
all'incuria del tempo e della popolazione.
Le neviere
erano luoghi sotterranei molto profondi, costruiti in pietra lavica e malta,
nei quali veniva ammassata la neve che serviva poi da
ghiaccio durante l'estate. Prima di ammassarla, veniva
preparata sul fondo una piattaforma costituita da tronchi di legno e ginestre
intrecciate, per permettere al terreno di assorbire l'acqua che man mano si
creava a causa dello scioglimento del ghiaccio evitando così che questa
causasse lo scioglimento rapido di tutto il blocco.
Le neviere erano quattro di cui solo due sono
ancora intatte.
Trevico sorge, a 1094 mt. s.l.m., su uno sperone della
dorsale appenninica nell'alta valle dell'Ufita, in
provincia di Avellino.
Il paese è
completamente immerso nel verde. Numerosi sono boschi e pinete in cui si
respira aria fresca e pulita.
Il Bosco
dell'Impero, ai piedi del Castello, si estende su una superficie di
Incantevole il
panorama che offre grazie alla sua altitudine. Dai suoi tre Belvedere (S. Antuono, Il Balcone ed il
Castello) è possibile vedere, in condizioni di tempo particolari, il Gargano ed
il Vesuvio.
Impianti
sportivi
Campi di calcio, calcetto, tennis, pallavolo,
bocce, percorso vita, laghetto per la pesca sportiva.
Manifestazioni
10
agosto Sagra della patata
12
agosto S. Euplio Patrono
14
agosto Mercatino delle Cosette
7
settembre Sagra del peperone ripieno
8
settembre Madonna della Libera
ottobre
Sagra della castagna
Il comune
si trova a circa
Ulteriori informazioni su www.trevico.net
VOLTURARA:
Beni culturali
artistici e storici:
Da visitare
Abbiamo notizie che il castello
esisteva già al tempo dei romani quale punto strategico di osservazione
per il passaggio della strada “Saba Maioris” , che collegava l’Alta Valle del Sabato, a quella
del Calore e dell’Ofanto.
ZUNGOLI:
Nella parte alta dell’abitato si erge un castello successivamente
diventato dimora signorile. Il centro abitato è ben armonizzato con il
circostante sito naturalistico ed è suddiviso in tre zone :
la parte antica con il castello:, la zona rurale ed il nuovo abitato.
Al settecento risale il convento di san Francesco, complesso monastico
appartenente prima ai frati
Conventuali e successivamente agli osservanti. Nella chiesa annessa, con
portale sovrastato da una lunetta, si erge un coro ligneo settecentesco. Una tella del XVII secolo raffigura san Francesco. Il fulcro è
rappresentato dal castello di origine medievale.
Fondato dai Longobardi nel IX secolo, fu trasformato agli
inizi del secolo scorso in un palazzo residenziale della famiglia Susanna. Oggi
è possibile ammirare tre torri cilindriche poste agli angoli dell’importante
corpo di fabbrica a pianta quadrilatera con corte interna, nel territorio
circostante sono ancora visibili alcuni interessanti esempi di
architettura rurale, ubicati lungo il percorso degli antichi tratturi.