ALTAVILLA IRPINA:

                                         

Beni culturali artistici e storici:

 

Palazzo Comitale:

La costruzione ebbe inizio nel 1238 e fu portata a termine nella seconda metà del XV secolo. Attualmente l'edificio visibile è quello quattrocentesco, con un corpo anteriore e due ali simmetriche rispetto all'asse principale.

Oltre il portale d'ingresso in stile toscano, a pianterreno si notano la cappella, un grande arco depresso in stile catalano, un cortile intermedio ed una scala a doppia rampa sullo sfondo del giardino e del panorama. Le finestre a croce guelfa e tutte le porte sono della stessa pietra con disegni ornamentali intagliati sempre in stile toscano. Al centro di ogni architrave si vede uno scudo inquadrante gli stemmi dei diversi titoli di Casa de Capua.

 Monastero Verginiano:

L' edificio, costruito agli inizi del XVII secolo, ha forma quadrangolare con a pianterreno il caratteristico chiostro caratterizzato da ampi porticati ed una cisterna centrale circondata dal piazzale con intorno i vari locali destinati originariamente per la cucina, i cellari e la legnaia. Il primo piano è invece costituito da lunghi corridoi a nord ed est e da dodici ex-celle disposte a sud ed ovest, guardanti il giardino sottostante.Oggi il Monastero, quasi completamente restaurato, ospita gli uffici comunali di Altavilla. 

 Collegiata dell'Assunta o di S. Pellegrino:

Situata a pochi metri dal Palazzo "de Capua", la chiesa fu edificata per la prima volta intorno alla metà del XVI secolo. Fu completamente rifatta fra il 1789 ed il 1824. L'edificio è a croce latina con quattro ordini di pilastra e tre navate.Preziosi sono l'altare maggiore, costituito da lastre di marmo policromo intarsiate, ed il bassorilievo in bronzo collocato nella lunetta sovrastante la porta laterale sinistra e rappresentante Gesù che abbraccia la Croce e l'Eucarestia, opera di Donato Bruno

 ( XVI secolo ).

 Chiesa della SS. Annunziata:

La chiesa, costruita nel 1423, conserva ancora l'originario portale con al centro dell'architrave lo stemma del paese (tre monti con una filza di nocciole torrefatte) e superiormente l'iscrizione latina " Altavillensis Repubblica templum hoc Annuntiatae Virginis Juris patronatus dicavit Anno Domini MCCCCXXIII ". 

 Museo Civico:

Nel museo civico di Altavilla, accanto alla storia della cittadina, è presentato un singolare recupero del costume popolare effettuato attraverso lo studio ed il restauro dei materiali provenienti dall'ossario sito nella cripta della Chiesa Madre. I costumi finora restaurati sono pertinenti ad un periodo assai poco noto attraverso i documenti reali, ma conosciuto solo all'iconografia fornita da stampe e disegni. Il recupero di questi reperti ha permesso di riscoprire e valorizzare l'antico urbano in quella ricerca delle proprie radici,oggi tanto rivalutata. La riappropriazione di questo patrimonio costituisce la garanzia migliore per la tutela dei beni e dei valori che appartennero alle popolazioni passate.

 Torre Normanna:

In piazza Tiglio, racchiusa in parte fra edifici privati, è visibile una torre cilindrica di età normanna ( XII-inizi XIII secolo ) con pareti esterne.

Località Ortolano:

In località Ortolano è parte di un impianto industriale del III-IV secolo d.C. con due fornaci in opus latericium per la cottura di tegole e mattoni, in un ambiente pavimentato con lastre di tegoloni, una grande vasca in cocciopesto, un lungo muro in opus vittatum ed un pozzo circolare.

Località Monte Toro:

In località Monte Toro sono i ruderi della pieve rurale di San Martino del XII secolo. La cappella, di forma rettangolare e con l'abside disposta con l'entrata a nord, mostra nelle strutture attuali tracce dei rifacimenti che l'edificio subì fra il XIII ed il XVI secolo.

 Località Ponte dei Santi:

In località Ponte dei Santi è visibile la cappella di S. Bernardino del XV secolo. La costruzione, recentemente restaurata, presenta però le caratteristiche del rifacimento eseguito nel 1890. All'interno vi è solo altare con la statua del Santo, che secondo la tradizione locale qui insieme a Giacomo della Marca compì nel 1440 alcuni miracoli.  

 

 

AQUILONIA:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Nel paese è possibile ammirare i ruderi delle abitazioni ottocentesche con artistici portali scolpiti e resti degli  edifici di culto di  Santa Maria Maggiore  (XVIII secolo). Suggestiva è l’abbazia di San Vito, e il museo etnografico, nel quale vi sono esposti gli attrezzi e i simboli relativi agli antichi mestieri ed alle attività artigianali.

 

 

 

 

 

ATRIPALDA:

 

Beni culturali, artistici e storici:

Antica Abellinum- è l’impianto urbano dell’antica città risalente all’età tardo – repubblicana ( seconda metà del secolo a.c.). Nel settore orientale della città si trova la Domus che pare appartenesse a Marco Vipsanio primogenito, liberto del celebre Vipsanio Agrippa, genero di Augusto.

Dogana dei grani – Questa struttura, così come la Dogana Vecchia, attesta l’importanza di Atripalda come        centro commerciale. Essa fu edificata nel 1885 ed ospita un piccolo museo archeologico e l’archivio dei Beni Monumentali delle province di Salerno ed Avellino.

Convento di Santa Maria della Purità Fondato nel 1660 nel suo palazzo dalla nobile Delia Laurenzano.

Specus Martyrum ovvero il cimitero paleocristiano di Abellinum che venne formandosi intorno alle tombe dei martiri è considerato tra i più importanti luoghi di culto della chiesa irpina .Lo Specus conserva i resti di sant’Ippolisto e degli altri 19 martiri abellinati della persecuzione diocleziana (304 – 312 d.c.). Danneggiata dal terremoto del 1980, la chiesa è stata restaurata e si è arricchita di tre splendide  porte bronzee. 

Palazzo Civico Sorse, nella seconda metà del secolo XV, come monastero dei Padri Domenicani e ospitò religiosi fino alla soppressione degli ordini monastici, agli inizi del secolo XIX. Danneggiato dal terremoto del 1980, è stato restaurato ed ospita gli uffici comunali.

Palazzo Ducale  sede dei Caracciolo, che nel 1572 ottennero il titolo ducale, dominio destinato a perpetuarsi ininterrottamente per quasi due secoli e mezzo sino all’eversione della feudalità (1806).

Basilica Cimiteriale di Capo La TorreSi tratta di una grandiosa basilica cimiteriale, riferibile ai primi decenni del secolo IV d.c. Su tutta la superficie esplorata sono state rinvenute sepolture, disposte le une sulle altre su due o anche tre livelli; le tombe sono del tipo a cassa di muratura, coperta da uno o più filari di tegole.

Piazza Umberto ISino alla prima metà del Novecento, in quest’area, si svolgevano le antiche e gloriose fiere atripaldesi, di San Marco (24 aprile – 1 maggio) e di Santa Maria delle Grazie (1 – 10 luglio), durante le quali si praticava un attivissimo commercio interregionale. Due importanti edifici si affacciavano sulla piazza: il convento e la chiesa degli alcantarini, popolarmente oggi detta San Pasquale, e il settecentesco palazzo Sessa. Il complesso conventuale degli alcantarini, eretto nel 1589 e passato successivamente ai francescani, ha subito profondi rimaneggiamenti. La chiesa, trasformata alla fine del 160 ed ancora nell’Ottocento, fu arricchita di pregevoli opere d’arte, tra cui il quadro raffigurante san Giovanni Battista (1779) di Vincenzo De Mita.

Chiesa della SS. AnnunziataE’ una delle più antiche chiese atripaldesi. La struttura ospitava l’”Ospedale dei poveri camminanti”, rifugio dei pellegrini.

Via RomaPossiamo trovare diverse chiese: la chiesa del Carmine, la cui struttura odierna risale al 1735, è dedicata alla Madonna del Carmine, Patrona di Atripalda; la chiesa di San Nicola da Tolentino; la chiesa della Maddalena che è stata eretta; nella sua forma attuale; nel 1635 sui ruderi delle mura di Abellinum. E’ ultimato il restauro della struttura e della tela settecentesca di Filippo Pennino “Visitazione alle pie donne”.

 

AVELLA:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Dell’antica Abella restano in vista alcuni monumenti e parte della struttura urbanistica antica, il cui asso viario principale è ancora identificabile con il Corso Vittorio Emanuele che collegava i due estremi della  città, nella quale campeggiavano l’Anfiteatro (località San Pietro) e le necropoli (località Casale). Dei monumenti in vista, il più importante è senza dubbio l’anfiteatro del 1 sec. a.c., uno dei più antichi  e meglio conservati in Campania. Al di fuori della città  le necropoli, disposte lungo gli assi  stradali, sono oggi inglobate in costruzioni successive. Un nucleo ben conservato è in località casale, costituito da tombe databili tra la tarda età repubblicana ed il 1 sec. d.c., del tipo a “canocchia”, con quadrato coperto da un’edicola o da un piano superiore sovrastato  da una cuspide. Del periodo medievale Avella conserva un’importante testimonianza nel suo castello, la cui area è la più ampia di tutte  le fortificazioni irpine. Pur se in uno      

Stato di rudere, si possono ancora leggere i segni  della stratificazione storica che è testimonianza (come in buona parte del resto del mezzogiorno) dell’occupazione dei Longobardi, poi dei Normanni e in seguito appannaggio delle varie famiglie nobiliari(Del Balzo, Orsini, Spinelli) variamente legate alle dinastie che si sono succedute sul regno di Napoli.

 

BAGNOLI:

 

 

Beni culturali artistici e storici:

 

IL territorio di Bagnoli Irpino ha avuto frequentazione di popoli fin dalla lontanissima età del  bronzo.

Ritrovamenti archeologici confermano lo stanziamento di popolazioni, di origine e provenienza appenninica. La guerra dei soci italici contro Roma, per la questione della cittadinanza romana e la successiva guerra civile tra Mario e Silla, apportò devastazioni in  tutto il territorio.

I veterani di Silla si divisero le terre più fertili, la popolazione fu raggruppata in villaggi situati nella zona pedemontana al confine con il demanio  “Ager Publicus” .

Di questo periodo è la nascita di “Civitanova”, un villaggio ubicato presso l’attuale Fontigliano; zona da sempre denominata “CIVITA”.

 Nei  pressi di detto luogo, sorgeva in epoca romana un tempio dedicato a Giove. Sulle rovine di questo tempio, vuole la tradizione che  San Benedetto in persona, edificò un monastero del suo ordine.

Al tempo del principe  Pandolfo di Benevento, Civitanova era un fiorente villaggio e il monastero era un centro attivo.

Nell’ 847 d.C. il ducato di Benevento fu diviso in due principati; il nostro territorio fu aggregato a quello di  Salerno e la linea di confine era a ridosso di Nusco e di Fontigliano; le bande saracene al soldo dei principi longobardi in lotta fra di loro, devastarono  e saccheggiarono Civitanova e il monastero .Gli abitanti per sfuggire alle incursioni, si trasferirono a Bagnoli, luogo già fortificato. Il monastero continuò la sua esistenza, ma un violento terremoto del 984 lo distrusse; sarà Santo Amato, primo vescovo di Nusco, a restaurarlo insieme alla chiesa dedicata a Santa Maria Assunta, nel secolo successivo.

Del periodo longobardo, l’insediamento presso l’attuale Fontigliano, era certamente quello più significativo; nel territorio però esistevano altri agglomerati, molti erano di modeste dimensioni, composti da poche casupole, ubicati in prossimità di sorgenti perenni o torrenti; questi insediamenti erano denominati “casali”   e di alcuni se ne tramandano i nomi : SAN LORENZO, PATIERNI, CRISCI, SANTO IANNI PENDINO  e BANINULO, poi  BALNEOLO .

Quest’ultimo occupava una posizione strategica ed il castello longobardo era stato edificato presso di esso sul poggio anticamente denominato “Lafelia”, termine longobardo che significa la rocca , la fortificazione.

 Dopo l’arrivo degli abitanti di Civitanova,  Balneolo divenne un centro consistente,  crebbe di importanza e cominciò ad essere menzionato nei documenti longobardi del tempo; infatti, nel 901 lo si trova citato per una donazione fatta al monastero di San Benedetto di Salerno da tal Erimanno, conte di Conza. Nel 1001, descritto in modo dettagliato, come centro autonomo, viene citato per una  concessione di tal Orso, figlio di tal Gisilberto da Montella  ad un certo Giovanni per servizi militari prestati. Bagnoli sorge, in definitiva, prima dell’anno Mille, come centro fortificato a difesa del ducato longobardo di Salerno. Al tempo della minore età di Federico II, Diopoldo di Hohenburg  Schweisspeunt, capitano tedesco, ne fa un centro di rilevanza strategica; il paese divenne una piazza d’armi,  fu cinto da poderose mura e munito di un formidabile castello, situato sul poggio detto Serra, e dominante tutta l’alta valle del Calore . Fu in questo periodo che gli abitanti di tutti i casali, si stabilirono in Bagnoli, allettati  dalle promesse del feudatario tedesco e per sfuggire alle scorrerie delle truppe francese del De Brienne, che combatteva contro il capitano tedesco per conto del pontefice Innocenzo III. Per molto tempo Bagnoli fu demanio regio, finchè  al tempo degli Aragonesi fu dato in feudo, insieme con Montella e Cassano alla famiglia Cavaniglia, spagnoli imparentati con i Caracciolo e gli Orsini. In tale periodo il paese conobbe  i più notevoli benefici di progresso e rinnovamento,  diverse iniziative  produttive furono migliorate ed ingrandite. Accanto all’industria armentizia, che gli Aragonesi favorirono considerevolmente, sorsero, in questo periodo, la bachicoltura e soprattutto la produzione dei tessuti, filatura e tintoria; la famosa “Pezza Bagnolese” per secoli costituì un capo importante di corredo da sposa.

Bagnoli ospitò anche una comunità ebraica, già dimorante in Salerno; valenti artigiani, gli ebrei si stabilirono nel rione denominato “Giudecca”, e andarono a costituire il nerbo di quel  ceto di commercianti ed artigiani, che tanto ha contribuito, nei secoli, al progresso del paese.  Luogo di ritrovo  degli accademici Pontaniani, Bagnoli, ispirò il poeta Sannazzaro, che da questi luoghi trasse diversi spunti per il suo poema “ARCADIA “. Eretto a ducato nel 1611, fu tenuto in feudo dalla famiglia Maiorca-Strozzi, fino al 1806, quando fu abolita la feudalità. Custodi gelosi e fieri della loro libertà, i Bagnolesi imponevano sempre ai diversi feudatari il giuramento dei “Capitoli”, norme e privilegi riguardanti gli usi civici sul demanio da parte della popolazione. La rivoluzione del 1799 e i moti carbonari del 1820, videro  i Bagnolesi parte attiva, e la restaurazione conseguente si fece sentire in questi luoghi in modo più cocente. Quaranta famiglie furono interdette dai traffici e dai commerci, segnando il declino di tutte le attività produttive. L’emigrazione, piaga sociale endemica delle terre meridionali, ha segnato profondamente la vita di Bagnoli.

IL paese per il suo futuro punta tutto sul turismo, considerata la sua unica vera risorsa di sviluppo.

Di grande interesse è il complesso monumentale rinascimentale della chiesa e del convento di S. Domenico, con il suo imponente campanile ottagonale in stile normanno-svevo e il suo chiostro cinquecentesco. La chiesa matrice, intitolata all’Assunta, conserva: il coro ligneo seicentesco, prezioso gioiello di intaglio dichiarato monumento nazionale, il fonte battesimale, opere di valenti artisti Bagnolesi,  tele del D’Asti e del Cestaro e statue del De Venuta. La grande tela della Madonna Del Rosario, opera del sommo artista Marco Pino da Siena, già nella chiesa di San Domenico, trovasi attualmente nel museo circondariale di San Francesco a Folloni.

La possente torre normanno-sveva, erroneamente detta dei Cavaniglia, le chiese di San Lorenzo, della Pietà, il complesso detto “Monastero” e numerosi palazzi gentilizi del centro storico e della piazza L. Di Capua, completano un panorama storico-artistico di grande rilevanza. Le suggestive grotte del “Caliendo” in via di valorizzazione, il lago del “Laceno”, i numerosi pianori e sentieri montani costituiscono spunti turistici di grande interesse.

 

 

BAIANO:

 

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Da visitare il Santuario di S. Stefano, santo Patrono, a tre navate ampliato e restaurato nel 1920, funzionante da parrocchia già nel 1586; la Chiesa di S.Croce che ha una pregevole  facciata in stile gotico; L’ Eremo di Gesù e Maria situato nell’omonima collina circondata da ulivi secolari.

 

BISACCIA:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

La più antica testimonianza relativa all’abitato attuale è del 1097, quando, probabilmente, già era stato edificato il Castello, il quale venne in seguito trasformato in Palazzo Ducale (che ospiterà il Museo della Valle dell’Ofanto): il fulcro del suggestivo centro storico, che conserva  l’impianto urbanistico antico.  Interessante è la Necropoli di Cimitero Vecchio nella quale è stato rinvenuto il tumulo di una principessa, sepolta nel VII sec.. Il gioiello del centro storico è la Cattedrale che ha subito numerose trasformazioni e conserva in facciata un importante portale del XIII secolo.

 

CALITRI:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

CHIESE:

Chiesa della SS. ANNUNZIATA, risalente al secolo XVI;Chiesa dell’IMMACOLATA CONCEZIONE, costruita sul poggio di S. Biagio nel sec. XVIII;Chiesa di SAN CANIO;Chiesa di S. ANTONIO DA PADOVA;Chiesa di SAN BERARDINO, risalente al sec. XVIII;Chiesetta del CALVARIO;Chiesa di SANTA LUCIA;Chiesa di S. ANTONIO ABATE;Chiesa della MADONNA DELLA FORESTA- sec.XVIII-Km 3;Chiesa di SANTA MARIA DELLE GRAZIE;MONASTERO DELLE BENEDETTINE, attuale CASA COMUNALE.

PALAZZI STORICI:

PALAZZO ZAMPAGLIONE;PALAZZO BERRILLI con TORRE DELL’OROLOGIO;PALAZZO RINALDI;PALAZZO VITAMORE;BORGO CASTELLO;TORRE DI NANNO;PALAZZO BARONALE, ricostruito dal principe Mirelli, dopo il crollo del castello con il terremoto del 1694;

RESTI DI CINTA MURARIA;ABBAZIA e BORGO SANTA MARIA IN ELCE.

MUSEI

MUSEO DELLA CERAMICA;MUSEO DELLA CIVILTA’ CONTADINA;

MUSEO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE;MOSTRA DELLE SCIENZE INTERATTIVE.

 

 

CASTELVETERE SUL CALORE:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Da visitare è l’antico Borgo della Ripa, recentemente restaurato dalla Comunità Montana

Terminio Cervialto nell’ambito del progetto “I villaggi della tradizione”. La Corte del Castello e la Chiesa dell’Assunta, una volta antico castello longobardo, sono il fulcro della Ripa e gli archi in pietra rappresentano elementi di notevole suggestione.

La Cappella Cimiteriale è di notevole rilevanza storica in quanto antecedente l’Editto di San Cloud.

 

CERVINARA:

 

Il Castello Medievale di Cervinara - Il Mastio

 

Il Castello di Cervinara viene nominato per la prima volta in una cronaca del XII secolo( Cronaca del Volturno). Un monaco di nome Frà Giovanni racconta di uno scambio di beni avvenuto nell’anno 837 tra l’abbazia di San Vincenzo al Volturno ed il Principe longobardo di Benevento, Sicardo. L’abbazia avrebbe ceduto al Principe una costruzione fortificata chiamata “Cerbinaria” nel territorio Caudino. Essendo questa testimonianza posteriore di alcuni secoli, non si può avere l’assoluta certezza che l’autore si riferisse all’esistenza di un castello già ai tempi di Sicardo. L’ipotesi più convincente è che l’opera attuale sia il risultato delle sovrapposizioni di vari interventi, anche se non posteriori all’età angioina, sulle rovine di un precedente fortilizio Longobardo. Quanto all’abitato, quelle che attualmente sono chiamate “Castello “ e “Ioffredo” ( da Gottfred o Jeofred forse tra i primi feudatari dal quale risale il nome la frazione Ioffredo) furono le parti originarie del borgo medievale. In particolare “Castello” mostra ancora aspetti tipicamente longobardi.

Il Castello ed il borgo sottostante furono distrutti tra

Monumenti Architettonici

 

Palazzo Ducale-Piazza Elena (località Ferrari)

I D’Avalos, che ricevettero il feudo Cervinara in dono dal demanio spagnolo nel 1532, preferirono costruire un nuovo palazzo, più tosto che restaurare il rudere Castello. Fu così che nel 1562 iniziò la costruzione del Palazzo di Ferrari, che fu ultimato con grande sforzo economico solo diciannove anni dopo.Acquistato dai Caracciolo nel 1607, il castello appartenne alla stessa famiglia fino al 1806, quando furono aboliti i diritti feudali.
Non è dato al pubblico la possibilità di ammirare le bellezze esistenti in questo antico palazzo che fu danneggiato dai terremoti del
23.11.1980 e del 14.02.1981.
La sovrintendenza alle belle arti e i proprietari conti Del Balzo di Presenzano lo stanno ristrutturando.
Farebbe piacere vedere “nel friso affresco” che corre lungo le pareti, il ritratto di don Francesco Caracciolo e lo stupendo soffitto ligneo a cassettoni che si trova nel palazzo. Nel lungo fregio figurano unitamente ai ritratti di Giovambattista e Marino altri illustri personaggi di casa Caracciolo scene ispirate alla Gerusalemme Liberata.
Sempre nella frazione di Ferrari nello spazio del cortile interno del palazzo marchesale esiste
una fontana.

I cittadini che volevano attingere acqua dovevano passare per il portone centrale del palazzo violando la proprietà stessa.
Per ovviare questo inconveniente, il conte peraltro, molto sensibile ai problemi dei cittadini, fece costruire una fontana circolare di pietra lavorata all’esterno nella piazza, proprio di fronte al palazzo e, nel contempo, fece piantare tre alberi di alto fusto per abbellire il posto.
Questa è oggi la bellissima oasi di pace piazza “ Ferrari”.

 

 

Monumento ai Caduti


La statua ai Caduti, situata al centro di Cervinara, nella Villa Comunale, fu inaugurata tra settembre e ottobre del 1930. E' alta 7 metri circa e raffigura la Patria, la Famiglia e la Religione. E' stata creata da Onorio Ruotolo, illustre

 

Chiese e Santuari

 

Santuario della Vergine Maria SS. Addolorata

E' certamente una delle Chiese più antiche di Cervinara, essendo stata costruita, presumibilmente, intorno all'anno 1000. Divisa in tre navate: una centrale e due laterali. Nella centrale vi è l'altare maggiore, in pregiato marmo, e il coro ligneo, recentemente restaurato, che fanno da splendida cornice alla statua di San Gennaro (1718), santo protettore della cittadina. Nelle navate laterali possiamo ammirare l'altare dedicato alla Vergine Addolorata, quello in onore di Santa Rita e quello dedicato a S. Filippo Neri. La chiesa è divenuta Santuario, per le grazie ricevute dai numerosi pellegrini che vengono a pregare frequentemente la Vergine Addolorata. E' nella frazione Ferrari. Padre Lorenzo, dei Padri Francescani, ne è l'Abate.

 

Santa Maria della Valle

E' situata, su una collinetta, nella frazione Valle. Ai suoi piedi, alla fine di Viale Sant'Antonio, si erge la statua di Padre Pio, veneratissimo in paese. Nella Parrocchia opera anche il Gruppo di Preghiera Padre Pio con un centinaio di iscritti. Il Parroco è Don Nicola Fiore.

 

Chiesa di San Rocco da Montpellier

Piccola chiesetta di epoca recente, anch'essa in località Ferrari come l'Addolorata. E' frequentatissima durante le messe vespertine.
Il parroco è Padre Lorenzo.

 

Chiesa di Sant'Adiutore Vescovo

Una tra le più antiche del paese (1600 ca.) è situata nella frazione Salomoni. Davanti ad essa vi è una grande piazza, con al centro la statua del Santo in marmo, realizzata dallo scultore Carmine Lengua. Il parroco è Don Nicola Taddeo. E', per la disponibilità dello stesso Don Nicola, la più frequentata da giovani e ragazzi. Nella sua Parrocchia opera il "Gruppo Scouts", "La Misericordia" con tre autoambulanze e l'Azione Cattolica Sant'Adiutore.

 

Chiesetta Ss Cosma e Damiano

E' l'unica chiesa di campagna. E' del secolo XVII, come le due statuette in legno dei santi medici, sostituite, già da mezzo secolo, da statue molto più grandi che furono donate da Marchese Gennaro per una grazia ricevuta.
Il parroco è Don Nicola Taddeo. E' affollatissima durante la messa domenicale.

 

San Potito Vescovo e Martire

E' ubicata tra le frazioni Trescine e Scalamoni. Dopo il terremoto dell'ottanta ospita le statue della distrutta Chiesa del Carmelo di Piazza Trescine. Il parroco è Don Vito Cioffi. E' molto frequentata durante le messe domenicali e vespertine.

 

Chiesa di San Marciano Vescovo

Restaurata dopo il sisma dell'80. Il parroco Don Vito Cioffi celebra per i fedeli delle località Lagno, Piscimari, San Marciano e Trescine. E' diventata, a detta del Parroco, insufficiente ad ospitare tutti i fedeli. Ha chiesto per questo la costruzione di una nuova chiesa nelle vicinanze

 

Chiesa del Carmelo

E diventata la più famosa del paese per le vicende del post-terremoto. Distrutta da amministratori incoscienti, insieme allo splendido convento dei Carmelitani che ospitava il Municipio, è diventata il simbolo delle battaglie politiche degi ultimi anni. La tenacia del Parroco Don Vito Cioffi, non è bastata a farla ricostruire cosi come era originariamente. Al posto del Convento (XVI secolo) è apparso un bruttissimo Palazzo Comunale. Cittadini ed emigranti ne chiedono a gran voce la ricostruzione. Era considerata la chiesa principale di Cervinara, per la sua presenza nella centralissima Piazza Trescine.

 

Chiesa San Nicola di Bari

Situata nella parte più alta del paese sotto la terra vecchia o Castello, di fronte a quello che nel XVII secolo era il "Mulino della Corte", San Nicola è la più antica delle chiese di Cervinara.
Se ne ha notizia già nel novembre dell'anno 1000 come d'un beneficio annesso alla Biblioteca Metropolitana di Benevento.
Nel 1309 ne era Rettore un tal Nicola de Giordano.
Dopo l'apprezzo del 1655 è nuovamente attestata come parrocchia del catasto onciario del XVIII secolo.
Dal 1966 ne è parroco don Giorgio Plinio Carbone.

 

 

 

CONZA DELLA CAMPANIA:

 

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Da visitare:

Parco storico e archeologico, Oasi Diga di Conza, Strutture dell’Invaso sul fiume Ofanto, Cattedrale S. Maria Assunta nel Centro storico, cattedrale S. Maria Assunta ricostruita nel nuovo.

 

FORINO:

 

 

Beni culturali artistici e storici:

 

 il Castello- segno dell'antica dominazione longobarda che si ergeva sul Monte San Nicola. Il Castello fu costruito a scopo di difesa del paese, casale dell'antica Abellinum ed è famoso per lo scontro avvenuto fra i Longobardi ed il duca di Benevento Romualdo. Attualmente è in attesa di restauro.

il Palazzo Feudale- altro importante edificio storico del paese che fu per secoli residenza dei principi Caracciolo. Edificato, quasi certamente, agli inizi del '400, era costituito da vari corpi di fabbrica e da un incantevole parco. Dell'antico impianto sono rimasti intatti soltanto il fronte principale e due delle quattro porte che racchiudevano il corpo di Forino e parte del parco.

il Santuario di San Nicola- che fu certamente la prima chiesa edificata a Forino. Fonti ne danno notizia già nell'anno 1309: molto probabilmente fu realizzata prima dell’anno 1000 dai Bizantini in onore di S. Nicola, vescovo di Miro. La costruzione è a tre navate, con campanile e portale di pregevoli fattezze architettoniche.

Villa Parise- un tempo fastosa dimora dei signori della città, di cui oggi è possibile ammirare, in buono stato di conservazione, il giardino.

 

FRIGENTO:

 

Passeggiando per le sue strade è ancora possibile ammirare antichi palazzi ben conservati : Palazzo Filippine, di epoca settecentesca, con portale decorato da motivi floreali e giardino pensile, Palazzo Pelosi, del XVIII secolo, con splendido portale in marmo travertino ornato in stile barocco. Palazzo fiamma con androne lastricato e tela settecentesche al primo piano. Palazzo De Leo e Palazzo Cipriano, con cortile interno e portale decorato con motivi barocchi.

Dell’architettura sacra è testimonianza la chiesa di san Marciano, nella quale sono stati scoperti materiali di epoca romana inglobati nelle mura e la scultura di san Marciano. Nei pressi della villa comunale è la chiesa del purgatorio, piccolo edificio di culto risalente al 1747, con portale decorato, il monumento principe dell’architettura sacra frigentese è la cattedrale di Santa Maria assunta, in cui, al seguito del recente restauro, sono state rinvenute iscrizioni di epoca romana e resti di una chiesa del VII secolo.

 

LIONI:

 

 

Beni culturali artistici e storici:

 

La chiesa madre, costruita nel 1580, con la torre campanaria della seconda metà del 1400, custodisce molte opere pregiate dello scultore Pietro Fittoli, tra cui la statua di San Michele Arcangelo.Di origine ignota la Statua di san Giovanni battista.

La Chiesa di San Rocco, del tutto restaurata, custodisce la Statua di San Rocco, attribuita a Pietro Fittoli.

La Chiesa  dell’Annunziata,ricca di quadri di autori rinomati, tra cui quelli della scuola solimeniana.

La popolazione è dedita all’agricoltura, anche se si è avuto uno sviluppo commerciale e industriale notevole. Sono importanti fabbriche di laterizi, di blocchi di cemento, mobilifici, e officine meccaniche. La posizione di Lioni, circondata da prati verdi, e verdi boschi, attira i turisti, specie quelli che desiderano godere il silenzio campestre e l’aria pura dei monti.

 

 

MERCOGLIANO:

 

Beni culturali artistici e storici:

Molto caratteristico è il borgo medioevale: CAPOCASTELLO. L’ingresso al centro storico è segnato dall’unica porta superstite della cinta muraria, Porta dei santi, realizzata in pietra viva e recante sulla fascia sovrastante il varco d’ingresso affreschi raffiguranti i santi patroni: Modestino, Flaviano e Fiorentino. Nel cuore del borgo si erige la Chiesa Madre, la Chiesa di S.Pietro e Paolo, la cui torre campanaria presenta bifore gotiche e una cella ottagonale dove alloggiano le antiche campane. altre chiese antiche: la Chiesa di S.Francesco, caratteristica per il portale in pietra scolpita, un dipinto del 700 raffigurante S:Francesco e il coro in legno intagliato; la Chiesa di S.Giovanni del XVI secolo, che custodisce sull’altare maggiore una tela della Madonna del Rosario del pittore Aert Rinaldo Mytens; la Chiesa del SS.Salvatore e SS.Trinità; la Chiesa della SS.Concezione, eretta nella parte più alta del borgo. Del Castello, realizzato in epoca normanna, restano oggi poche centinaia di metri di mura e una torre di avvistamento.

Da visitare nel centro del paese la importantissima Chiesa di S.Modestino: l’edificio è caratteristico per il campanile a cavalcavia posto sul lato destro del prospetto; all’interno

presenta un soffitto decorato con stucchi e marmi e recante il dipinto del pittore nolano

Mozzillo, raffigurante episodi del tremendo incendio del 1656 che distrusse parte del borgo

antico; quattro cappelle laterali e il “pozzo santo”, contenente un’acqua considerata

miracolosa. Il pozzo, profondo 4 metri, è collocato all’ingresso della seconda cappella, che corrisponde al punto esatto in cui sarebbero stati rinvenuti i resti dei tre Martiri patroni.

Di notevole spessore architettonico è il Palazzo Abbaziale di Loreto. Progettato in stile barocco dall’architetto Vaccaro, fu concluso dal Di Blasio. L’edificio ha forma ottagonale e all’interno un ampio giardino. All’interno vi si può ammirare la Biblioteca Statale, monumento nazionale, nella quale sono conservati codici e testi di grande pregio

Meta religiosa molto rinomata è il Santuario di Montevergine, situato sull’omonimo monte, a 1270m sul livello del mare. Il santuario fu fondato nel 1118 da S. Guglielmo da Vercelli e consacrato nel 1124 dal vescovo Giovanni di Avellino. Durante la seconda guerra mondiale il santuario fu nascondiglio per sette anni della Sacra Sindone. Il culto religioso è legato all’immagine della Madonna che troneggia sull’altare maggiore, una tavola lignea, racchiusa in una cornice di bronzo dorato ed una seconda cornice di marmo africano nero.

 

 

MONTECALVO:

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Beni culturali artistici e storici:

Montecalvo Irpino è situato su una collina, di cui la parte alta è costituita dal centro storico composto da sette livelli di unità abitative che avvolgono il Castello Ducale, attualmente in fase di recupero totale e la chiesa Collegiata di S. Maria Assunta che al suo interno custodisce la statua lignea della Madonna “Mamma Bella dell’Abbondanza, cosi chiamata da S. Pompilio Maria Pirrotti nato a Montecalvo Irpino nel 1710. La statua lignea fu dispersa a causa del terremoto del 1702 appartenente alla nobile famiglia Pirrotti, e ritrovata nel costruendo Museo Pompiliano nel 2002. Attualmente la statua è oggetto di culto e di studio per la caratteristica di presentare nell’occhio destro la raffigurazione di un teschio. I numerosi palazzi storici con i portali in pietra lavorata a mano, all’interno di vicoli, che si snodano attorno al centro storico, in fase di pieno recupero, costituiscono uno scenario unico nel suo genere similare ai sassi di Matera.

 

MONTEFUSCO:

 

Beni culturali, artistici e storici:

 

L’ex Carcere Borbonico- è situato nei sotterranei dell’antico Castello . Nel 1845 fu chiuso e nel 1852 Ferdinando II di Borbone lo riaprì come Bagno Penale di I classe, destinato esclusivamente ai detenuti politici. Dopo la proclamazione del Regno d’Italia il carcere venne utilizzato come succursale di quello di Avellino e nel 1923 fu definitivamente chiuso. Successivamente è stato dichiarato monumento nazionale ( Gazzetta Ufficiale del 17 febbraio 1928). Oltre all’ex Carcere Borbonico nel centro storico diversi sono i luoghi da visitare.In largo Seggio si può ammirare un suggestivo panorama e una torre d’epoca normanna, Torre Riola-Tra le chiese è possibile visitare: la chiesa di S. Francesco, la chiesa Palatina di S. Giovanni del Vaglio, la chiesa e il convento di Santa Caterina da Siena, la chiesa del Carmine che risale al 1612 e l’antica chiesa di S. Sebastiano

In via S. Bartolomeo si possono ammirare le eleganti colonne di pietra intagliata risalenti al 1200, la cinta muraria normanna e la chiesa omonima.

In tutto il centro storico è possibile ammirare dall’esterno antichi palazzi nobiliari con i portali di pietra intagliata, sormontati da stemmi gentilizzi e regali.

 

 

MONTELLA:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Castello del monte: Il Donjon, ancora visibile costruito in epoca normanna, si sviluppava su quattro piani: i primi due occupati da locali di servizio, gli altri due adibiti ad abitazione- nel XIII - XIV secolo andò accentuando i caratteri di residenza signorile rispetto a quelli difensivi. Il castello fu definitivamente abbandonato nel XVI    secolo, ma il suo utilizzo continuò con la costruzione del monastero e la chiesa di Santa Maria  che contiene pregevoli pezzi di arte lignea dell’importante scuola bolognese. 

San Francesco a folloni: risala alla metà del XIII secolo e subi ampi rimaneggiamenti ad opera dei Cavaniglia. Possiede elementi d’arredo liturgico di pregevole fattura che ne fanno uno dei più importanti “contenitori” d’arte dell’intera Irpinia.

 

Rocca san Felice: tra i suoim resti è ancora visibile la parte architettonicamente più interessante: il “Donjon”, la torre cilindrica risalente all’epoca normanna che incorpora una serie di altre strutture difensive ad essa preesistenti. Salendo “tra le rocce” del borgo può essere particolarmente interessante una visita al Museo Civico, che raccoglie gran parte dei materiali venuti alla luce degli scavi del castello: reperti in metallo, vetro, legno, osso, terracotta, e, soprattutto, manufatti ceramici che testimoniano le diverse fasi di occupazione del sito dal XII al XV sec.

 

MONTEMARANO:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Da visitare la Cattedrale Santa Maria Assunta, la Cripta, il Campanile, la Chiesa del Cuore di Gesù e dell’ Immacolata Concezione, la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, la Chiesa di San Leonardo,il museo dei Parati Sacri, nonché i Palazzi gentilizi ( Palazzo Toni, Palazzo Fiorilli - Buono, Palazzo Gambale - De Luca, Palazzo Sena - D’Agnese, Palazzo episcopale - municipio, Palazzo Cozzo -  Mongiello e Palazzo Ricciarelli) ed edifici storici.

Il Castello si presenta come un possente quadrilatero irregolare, privo delle mura di cinta e delle torri, perché trasformato in palazzo verso il 1700. Conserva tuttavia la struttura originaria nel piano terreno.

 

ITINERARIO DI MONTEMARANO

 

Vi va di trascorrere una giornata all’insegna di sapori genuini, autentico folklore e alla riscoperta di tradizioni e cultura???

la soluzione è una sola: montemarano!

gia lo slogan “montemarano paese del vino e della tarantella” spiega tanto.

esso è un piccolo centro irpino con diverse forme di turismo quali: turismo religioso, enogastronomico e montano.

ciò che rende unico l’aspetto montano del paese è la presenza di un esteso territorio boschivo caratterizzato da diverse aree pic-nic. perciò cosa c’è di meglio che trascorrere il tempo libero stando a diretto contatto con la natura e respirando aria pura?!

 

                                         

scendendo a valle è possibile ammirare il paese raccolto attorno al castello in cima. e’ un centro molto antico la cui storia risale a molto prima dell’anno mille e conserva intatta la struttura del centro storico.

fonte del turismo religioso è la splendida cattedrale santa maria assunta ed il museo dei parati sacri. la cattedrale, fondata intorno all’anno mille, ha comunque subito nel tempo diverse ricostruzioni ed interventi di restauro che hanno reso il suo stile, originariamente romanico, in stile barocco molto sobrio.

                              
cattedrale santa maria assunta : prima e dopo.

 

 

in essa sono custoditi i resti del cittadino, vescovo e poi protettore di montemarano san giovanni.

 

 

   san giovanni: cittadino, vescovo e protettore di montemarano

 

 

il museo dei parati sacri di montemarano rappresenta il primo esempio in italia meridionale di raccolta di preziosi tessuti italiani realizzati per buona parte in italia meridionale tra il xvi e l’inizio del xx secolo. questo museo è allestito nell’ex chiesa del purgatorio risalente all’inizio del 1700.

da un punto di vista enogastronomico è possibile apprezzare il paese per la presenza di un’ intensa produzione di vino e olio. non a caso la fortuna di montemarano è legata alla produzione di un ottimo vino dal colore rosso rubino conosciuto con il nome “ taurasi”, primo vino d.o.c.g. realizzato in italia meridionale.

la presenza di diversi ristoranti ed agriturismi presenti al centro del paese, così come nel bosco, offre la possibilità di gustare succulenti piatti tipici della zona come ad esempio la “maccaronara e i cecaluccoli”, meglio conosciuti come cavatelli!

come tralasciare l’antica tradizione folkloristica del paese rappresentata dal carnevale e dalla tarantella di montemarano, unica nel suo genere per la sua ritmica assolutamente trascinante e con una grande capacità di coinvolgimento. questa rende unico il carnevale, festeggiato nei tre giorni prima delle ceneri, attraverso il corteo in maschera per tutto il paese sulle note della tarantella.

 

                                                                  

 

carnevale: prima e dopo.

                                                                       

l’importanza della tradizione folkloristica viene riportata nel museo etnomusicalehyrpus doctus” istituito da pochi anni nel quale vengono raccolti e conservati i più importanti e antichi strumenti musicali della zona.

pertanto, munitevi di entusiasmo, macchina fotografica e nacchere e raggiungeteci presto!!! ricordate inoltre che…………………….

MONTEMARANO è UN POPOLO!!!!!

 

Per qualsiasi informazione e curiosità su Montemarano, potete visitare il sito internet  www.promontemarano.it, sul quale troverete un’ampia galleria fotografica sul carnevale e sugli aspetti caratteristici del paese!!

 

 

MONTEMILETTO:

 

Beni culturali, artistici e storici:

 

Il castello “Della Leonessa”:

Vessillo di Montemiletto. Costruito in epoca Longobarda, intorno al 1050, sulle rovine di una costruzione d’epoca romana, venne rinnovato nel XII secolo dai Normanni.

La  fortificazione, arroccata in un punto strategico della collina, ha subito nel corso dei secoli varie ristrutturazioni e solo in epoca rinascimentale perse definitivamente il carattere di fortezza medievale ed assunse le linee di palazzo baronale.

 I Palazzi gentilizi

Lo scenario architettonico dei luoghi è costituito da varie costruzioni  lungo le sue ”rue” ed è contrassegnato da diversi palazzi, delle varie autorità del tempo, come: Fierimonte, Paladino, Fusco, Fina, Musto, Rossi, Baratta , Pesa, Cubello, Colletti, Centrella, Gualtieri, Giacomantonio, Micera, Sarro e Filangieri (quest’ultimi due a Montaperto).

 

Le Chiese:

Le terre di Montemiletto e di Montaperto nel corso della storia hanno subito il peso profondo della religione cristiana e delle varie organizzazioni che ne sono derivate, ciò è testimoniato dalle numerose chiese cattoliche. In  Montemiletto si trovano: la chiesa di S. Maria Maggiore (dell’Assunta) che fu edificata sulle vecchie mura di cinta intorno al 1400. Poco distante, sempre lungo via Regina Margherita, troviamo la chiesa di S. Pietro Apostolo, anch’essa costruita nel 1400 e ristrutturata intorno al 1700 in stile barocco, e quella di S. Antonio Abate. Altre testimonianze del tempo sono la chiesa della S.S. Concezione e la chiesa di S. Maria della Pietà, da poco restaurata.

Il Convento dei Padri Domenicani

La chiesa di S. Anna e l’annesso Convento dei Padri Domenicani furono  costruiti intorno al 1500, nella zona a sud del castello.Dalla chiesa si può accedere all’adiacente Chiostro del Convento dei Padri Domenicani. Detto chiostro comprende un portico costituito da 20 colonne e pareti  con rinvenimenti di affreschi con immagini dei monaci Domenicani. Da una scala, attraverso il portico del Chiostro, si accede al primo piano del  Convento, oggi destinato a sede dell’Amministrazione Comunale  e dei suoi uffici.

 

 

MONTORO SUPERIORE:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Palazzi Storici:

Palazzo Pepe; Palazzo Tango; Palazzo Galliani; Palazzo Pironti; Palazzo del Pozzo; Palazzo Galliani-Cutolo; Palazzo De Giovanni; Casa Gervasio. Borgo medievale di Aterrana.

Chiese:

Chiesa di San Martino; Chiesa di S. Eustachio; Chiesa di S. Valentiniano Arciconfraternita del SS. Nome di Dio del 1701; Chiesa di Montevergine; Chiesa di Santa Maria degli Angeli; Convento di Santa Maria degli Angeli del 1500; Casa Canonica; Chiesa dell' Addolorata; Chiesa di San Giuseppe; Chiesa di San Rocco.

Dipinti e Statue:

Busto San Pietro; Busto San Paolo; Dipinto Sacra Famiglia; Coro ligneo Miracolo della Vergine; Altare Maggiore Baldacchino d' altare; Dipinto Incoronazione di Maria; Dipinto  Cristo, Madonna, Santi e anime purganti; Dipinto  Sacra famiglia e Santi; Statua  Madonna Addolorata; Dipinto Madonna e Santi intercedono per le anime; Dipinto Angeli , allegorie, profeti; Dipinto Madonna di Montevergine; Dipinto San Cristoforo; Dipinto San Giuseppe, San Martino, San Francesco Saverio; Dipinto Madonna e i Santi Francesco e Antonio; Dipinto Madonna, Sant' Anna, San Biagio vescovo; Statua Madonna della Grazie; Statua_San Rocco; Presepe del ‘700; Dipinto Discesa dello Spirito Santo Madonna e Santi Apostoli.

Biblioteche

Biblioteca “Mons. Michele Ricciardelli” fondata dalla Pro Loco Montoro;

Biblioteca Comunale “Aurelio Galiani”.

       

 

 

NUSCO:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Le testimonianze della storia trovano l’espressione più alta nel centro storico, che conserva palazzi signorili ascrivibili al XVI,XVII,XVIII,XIX secolo: i Palazzi Natale, Astronomica, Imparato. La cattedrale di S. Amato, di epoca settecentesca, conserva una monumentale facciata con un bellissimo portale centrale; custodisce pregevoli opere d’arte, tra cui un pergamo ligneo della seconda metà del XVII secolo e un seggio vescovile in legno intagliato del XVIII secolo. Nel sottosuolo si apre una cripta romanica con coperture a crociera sostenute da colonne. A pochi chilometri dal paese è da visitare l’ottocentesco Complesso Religioso di Fontigliano, con piccolo antiquarium annesso, che conserva reperti di epoca romana rinvenuti nelle zone circostanti.

 

PAGO VALLE LAURO:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Castello Lancellotti:fondato nel x secolo dai longobardi, distrutto e poi riedificato dai normanni. Nel corso dei secoli ne furono feudatari i conti di Caserta i del Balzo gli Orsini, i marchesi Pignatelli, infine i principi Lancellotti, i cui discendenti ne sono ancora proprietari. Nella grande sala d’armi , dove un grande affresco riproduce la scena dell’incendio che distrusse il castello  ai tempi dei tumulti legati alle vicende politiche della Repubblica Partenopea, troviamo le antiche armi e corazze. La farmacia settecentesca conserva arredamenti e vasi autentici dell’epoca; la biblioteca raccoglie  una notevole quantità di oggetti antichi (sec. XVII XVIII) e moderni. Suggestiva è la cappella con rosone e vetri policromi. In sacrestia si conserva un grande affresco  quattrocentesco raffigurante una madonna con i santi, proveniente dall’antica cappella demolita. Ammiriamo inoltre un grazioso e piccolo chiostro. Due grandi cortili, infine, costituiscono il centro spazioso intorno al quale si levano le mura del castello.  

 

PATERNOPOLI:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Il paesaggio di Paternopoli , tra verdi e fertili colline, consente lunghe passeggiate salubri.

Da visitare la Chiesa di San Nicola di Bari, il Santuario Maria Santissima della Consolazione, il Palazzo di San Nicola, le Fontane dell’Aquara, Pescarella, Pescara e quella dell’Amore, il Museo Civico e la Biblioteca Comunale.

 

PRATA P. U. :

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Basilica paleocristiana. La chiesa della ss. Annunziata di Prata risale all’ VIIi secolo, con caratteri di chiesa rupestre a ridosso di una grotta che conserva ancora sepolture in sarcofagi di terracotta e di pietra. Due colonne romane di spoglio fiancheggiano il portale d’ingresso, da cui da cui si accede ad un’aula a navata unica, culminante nell’abside. Scavata nel tufo, presenta una particolare pianta ellittica e, sul fondo, una nicchia affrescata con un’immagine di una Vergine Orante, risalente all’VIIi secolo, dietro cui si apre un deambulatorio con avanzi di sepolture. A sinistra si apre una grotta, catacomba cristiana del III – IV secolo, con sarcofagi, altari e affreschi, tra i quali, di particolare interesse, quello raffigurante l’Arcangelo Gabriele e l’Annunziata.

 

 

QUAGLIETTA:

 

Beni culturali artistici e storici:

Quaglietta antica e il suo castello offrono a livello paesaggistico un’immagine duplice, di grande suggestione. Il valore eccezionale del Castello e del Borgo sta nel fatto che le casette erano abitate fino al terremoto del 1980 e dopo abbandonate per necessità, mute testimonianze di storie antiche che determinarono eventi importanti dell’intera valle.Sul territorio del paese sono disseminate anche varie Chiese, possibili a visitare, come quella di  Santa Maria delle Grazie, San Rocco, Santa Maria del Carmine e la Chiesa di S. Maria della Ripa in pieno contesto del Borgo, una volta Chiesa Madre, ed un tempo già cappella dei signori del Castello.

 

S. ANGELO DEI LOMBARDI:

 

Beni culturali artistici e storici:

Chi guarda Sant’Angelo da lontano non può non essere attratto dai massicci edifici che sovrastano i due cucuzzoli dai quali si stagliano: la Cattedrale(XI secolo), simbolo di un’antica religiosità e il Castello(VI-X secolo), sede del potere temporale. Poco lontano sorge il gioiello artistico e storico più importante: l’Abbazia del Goleto, nella valle, proprio dove nasce l’Ofanto (1128).

Tutti questi monumenti, di grande interesse storico e artistico, furono fortemente danneggiati dal terremoto del 23 novembre 1980, ma i lavori di restauro li hanno portati agli antichi splendori.

Una peculiarità dell’impianto urbanistico di Sant’Angelo è la pianta del Centro Storico; un impianto tipicamente medievale, con una serie di violetti che sbucano sulla strada professionale, che va ad avvitarsi a chiocciola intorno ad un tessuto edilizio fortemente stratificato, le cui origini sono assai lontane nel tempo.

LA CATTEDRALE:

Le sue origini non sono note. La pianta è a  croce latina ed è maestosa nella sua struttura architettonica, anche se le ricostruzioni succedutesi agli innumerevoli terremoti ne hanno profondamente alterato le linee originali.

La facciata viene fatta risalire al 500. Il portale d’ingresso, che si sviluppa a tutto sesto e mostra sulla parte più alta due bassorilievi raffiguranti angeli impalmati, è sovrastato da tre statue raffiguranti il Cristo Salvatore, l’Arcangelo Michele, protettore della città, S. Antonino, titolare della Cattedrale. Uno spazioso sagrato introduce all’interno del tempio, che è suddiviso in tre navate di cui la centrale è molto più larga di quelle delle laterali. Numerose statue, alcune di notevole pregio artistico, arricchiscono le navate laterali.

Dall’abside centrale pende un bellissimo crocifisso del 1500 che una volta era nell’Abbazia di S. Guglielmo. A destra di chi entra, incassato nel muro perimetrale, spicca il monumento funebre che Donato Cecere fece innalzare nel 1562 in memoria del padre Nicola, gentiluomo di Sant’Angelo.

Il restauro strutturale della Cattedrale è stato sapientemente completato con gli interventi di recupero delle opere artistiche di cui la Cattedrale era ricchissima. Ad esempio il settecentesco coro ligneo, l’antico altare maggiore in marmo, proveniente dalla vicina Abbazia del Goleto. Totalmente nuova, invece, sul dettame della Riforma postconciliare è la soluzione del presbiterio e della cattedra vescovile.

Dalla torre campanaria che sorge di fianco alla Cattedrale, mandavano i loro sonori i rintocchi le campane delle locali fonderie Ripandelli e Tarantino; di queste, purtroppo, è restata solo quella collocata nella prima cella.

IL CASTELLO:

Tutto quanto è stato già scritto sul Castello di Sant’Angelo è stato posto in discussione dalla campagna di scavi e dai lavori di restauro da cui è stato interessato. Perimetri murari di epoca longobarda, strutture normanne e sveve e, soprattutto, una basilica assolutamente ignota hanno aperto una nuova finestra sulla storia passata della città. L’edificio sacro, con tre absidi e tre navate, hanno fatto credere che fosse la prima chiesa Cattedrale di Sant’Angelo, presumibilmente legata all’istituzione della sede vescovile dell’XI secolo. La torre quadrata, posta di fianco alla struttura fortilizia è parte rilevante del Castello, si è mostrata come una struttura abitativa completamente autosufficiente, ultimo baluardo difensivo per chi vi abitava.

Numerose tombe, la cui datazione è ancora in corso, sono state rinvenute lungo il perimetro esterno della struttura castrense. Gli storici sono dell’avviso che l’esame dell’impianto funerario e del corredo trovato all’interno delle sepolture riserverà ancora delle inaspettate sorprese, consentendo di aggiungere altre tessere al mosaico del passato storico di questa antica città dell’Alta Valle dell’Ofanto.

L’ABBAZIA DEL GOLETO:

A pochi chilometri dall’abitato di Sant’Angelo, nella piana del Goleto si stagliano le mura possenti dell’Abbazia che S. Guglielmo da Vercelli volle erigere nel 1128 in onore del   Salvatore. Il complesso abbaziale è in assoluto uno dei più importanti monumenti della nostra Provincia. Di notevole interesse è la stratigrafia edilizia che rileva le diverse strutture murarie e le varie epoche di intervento, i lavori di recupero e restauro hanno portato alla luce l’abside ed alcune parti delle mura perimetrali della più antica chiesa (forse il primitivo oratorio di S. Guglielmo) del complesso religioso, nel quale, viveva sia una comunità monastica maschile che una femminile, e quest’ultima più rilevante della prima. La Chiesa Inferiore e quella Superiore rappresentano un autentico gioiello architettonico. Pari interesse suscita anche la cosiddetta Torre Febronia, un edificio a impianto quadrangolare, fatta erigere nel 1212 dalla Badessa Febronia, come struttura difensiva. Al tempo della maggiore floridezza dell’Abbazia (XVIII secolo) risale la Chiesa Grande, le cui linee progettuali sono attribuite al famoso architetto napoletano Domenico Vaccaro.

Di particolare rilievo storico e scientifico sono i numerosi manufatti lapidei di età romana, per lo più re-impiegati nelle strutture murarie: lapidi ed iscrizioni, fregi e bassorilievi testimoniano di una consolidata presenza nella piana del Goleto di una colonia militare, che qui eresse fortificazioni, are sacrificali e sacelli funebri.

 

SANTA PAOLINA:

 

Beni culturali, artistici, storici:

 

D’interesse vi è la Chiesa Madre. Si trova al centro del paese e fu eretta col titolo di Abbazia e fu consacrata nel 1698. Di stile romanico con una sola navata e l’abside. . Piccola e accogliente per la preghiera è arricchita dalla pala d’altare che raffigura due apostoli e martiri Filippo e Giacomo, due Vergini e Martiri le SS Paolina e Lucia ai piedi della Madonna  che ha sulle gambe il Bambinello.

Santa Paolina non annovera beni architettonici rilevanti. I palazzi ottocenteschi sono stati abbattuti a seguito del terremoto.

Santa Paolina fa parte degli otto comuni del Greco di Tufo D.O.C.G.

Altra risorsa del territorio è la pregiata lavorazione del tombolo riscoperta e valorizzata dalla Pro Loco attraverso l’istituzione della scuola di tombolo e l’organizzazione e la partecipazione a mostre nazionali ed internazionali. Il tombolo è tra i prodotti artigianali più rappresentativi dell’Irpinia.

 

 

 

SERINO:

 

 Beni culturali artistici e storici:

Da visitare e di notevole interesse sono: il Castello feudale, il Convento dei Frati Minori, l’Oratorio Pelosi , la grotta del Santissimo Salvatore e le miniere di ittiolo.

 

SOLOFRA:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Colleggiata di s. Michele arcangelo; fulgida espressione del barocco napoletano e prezioso scrigno di opere pittoriche. Il cassettonato della navata centrale , di G.T.

Guarino, evoca quello vasariano di Palazzo Vecchio; il transetto accoglie i dipinti di Francesco Guarino. Pregevoli espressioni dell’arte d’intaglio del legno sono l’organo e il pulpito del Maestro Sclavo.

 

 

TAURASI:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Campanile, in vico Campanile:
Alto sui 20-25 m. è annesso alla chiesa di s. Marciano vescovo. da cui si accede. A base quadrata è in stile romanico.

Cappella del Crocifisso, in c/da Pisano:
Ad unica navata con tetto "a pagoda" ed è in stile moderna.

Cappella,del,Crocifisso,in,via,Fontana:
Ad unica navata con uno stile che si rifà al barocco, così l'esterno dove l'ingresso è preceduto da finte

 

 

TEORA:

Beni culturali artistici e storici:

Da visitare il centro storico, interamente ricostruito dopo il sisma dell’80, percorrendo la vecchia Via Monte sino a giungere ai ruderi della Chiesa Madre (anch’essa distrutta) da cui si gode un’ampia veduta su tutta la valle dell’Ofanto. Interessante, inoltre, il “Percorso delle Fontane”, che parte dalle due fonti principali presenti nel centro abitato (Fontana del Piano e Fontana del Monte), per estendersi, poi, a quelle più piccole site lungo i sentieri che conducono alla campagna teorese.

 

 

TORELLA DEI LOMBARDI:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Il borgo d’origine medievale si sviluppa lungo le pendici del colle su cui sorge il castello. Vi si riconoscono i ruderi della chiesa di S. Maria del Perillo, la chiesa più antica con quella di S. Eustachio(XIII sec) che era ubicata nel castello e quella di S. Antonio che risale al XVIII sec. Nel XVI secolo venne costruita S. Maria del Popolo; danneggiata dal terremoto del 1980 è stata ricostruita in una posizione più decentrata. Nel borgo sorge la monumentale fontana pubblica, realizzata nel secolo scorso e più volte restaurata. A breve distanza dall’abitato i ruderi del castello di Girifalco sono individuati dalla torre dell’XI-XII secolo, presso la quale sorge la chiesa dei Ss. Giovanni e Paolo. Nel centro antico è possibile ammirare numerosi elementi del Medio Evo. Il castello Candriano eretto dai Saraceni e sottoposto ad interventi nei secoli successivi dai Caracciolo, è stato completamente restaurato ed adibito a sede comunale e a sede di manifestazioni artistiche e culturali, presenta un bell’ingresso che si apre su una piazzetta ed è affiancato da due poderose torri cilindriche. All’interno si trovano un giardino pensile, il cortile, la cappella S. Eustachio ed un museo civico.

 

Trevico

AV.

 

 

Cenni storici

 

Le origini di Trevico risalgono all'età longobarda anche se il paese è citato da Orazio nella notissima satira che narra il suo viaggio da Roma a Brindisi in compagnia di Mecenate, avvenuto nel 37 a.C.

Nel Medioevo, Trevico fu centro e roccaforte della Baronia di Vicum, comprendente gli attuali comuni di Carife, Castello, S. Nicola, S. Sossio e Zungoli, Vallata, Flumeri, Montaguto, Accadia, S. Agata di Puglia e Ascoli Satriano. Nel 1507, Re Ferdinando II il cattolico, donò la Baronia di Vico al suo gran Capitano Consalvo Fernandez de Corduba, duca di Sessa. Nel 1515, la figlia del Capitano, Elvira, smembra l'unità della Baronia di Vico, trasmettendo a suo figlio, Flumeri, S. Nicola, Castello ed Acquara e vendendo le città di Trevico e S. Sossio a Francesco Loffredo. Oggi la Baronia comprende i comuni di Trevico, Vallesaccarda, Scampitella, Vallata, Carife, Castello, S. Nicola, S. Sossio e Flumeri.

Il nome del paese deriva probabilmente dal latino "Tres Vici", che indicava l'insieme di tre villaggi: frazione S. Giuseppe e Taverna delle Noci in Vallesaccarda, e S. Pietro di Olivola verso la Puglia. Alcuni fanno derivare il nome dalla Dea Trivia che una volta aveva un tempio su questo monte.

Trevico fu sede vescovile per circa un millennio (da qui anche il motivo dell'appellativo di Città), probabilmente dal 1058, dopo il concilio di Melfi, fino al 1818, anno in cui, dopo il passaggio al Regno delle Due Sicilie, fu unita alla Diocesi di Lacedonia.

 

 

Patrimonio artistico

 

I segni dell'epoca della Baronia di Vicum si leggono nell'interessante patrimonio artistico del paese.

 

Cattedrale SS. Maria Assunta

L'ex Cattedrale, fu costruita tra il 455 ed il 534, probabilmente sul tempio distrutto della Dea Trivia, dalla quale si dice abbia preso poi il nome il paese, e divenne Cattedrale nel 1058 quando Trevico fu elevata a Diocesi. Oggi spiccano ancora una fonte battesimale in pietra del 1618; un coro ligneo settecentesco; una nicchia del 1400; gli affreschi della cripta il cui portale risale al 1409; numerosi altari in marmo pregiato; l'urna in argento contenente le reliquie di S. Euplio, patrono del paese; due capitelli corinzi; l'organo monumentale del 1905.

 

Chiesa di Maria SS. Assunta

Fondata da S. Guglielmo, e' stata restaurata in seguito al terremoto del 1980 ed inaugurata nel 1994.

L’altare maggiore è dedicato alla Madonna dell'Addolorata che si festeggia il martedì dopo la Pentecoste. In una nicchia e' custodita una statua del Sacro Cuore risalente al 1870.

 

Chiesa di S. Rocco

Risalente al 1855 circa, è stata anch'essa restaurata in seguito al terremoto.

Di fronte alla Chiesa si trova una croce in pietra del 1618.

 

Cripta

Antichissima (il portale gotico risale al 1409) pare dovesse essere il primo tempio pagano, dedicato alla Dea Trivia, dalla quale probabilmente prese il nome il paese. Fu riaperta dopo il terremoto del 1980, poiché l'ingresso era ostruito da muratura e sprangatura in quanto l'ambiente era colmo di ossa umane.

Durante il restauro, vennero alla luce: l'altare sacrificale, la statua lignea della Madonna della Libera, i reperti lapidei e tufacei e le tracce di affreschi, questi ultimi, probabilmente, opera di allievi napoletani di Giotto.

 

Port’Alba

All'ingresso di Via Roma, asse viario centrale dell'agglomerato medioevale, è ancora esistente la Porta Jacovella o Port'Alba del 1578. E' costituita da un arco a tutto sesto retto da due pilastri in pietra lavica. Superiormente sono visibili tre stemmi nobiliari tra cui quello dei Loffredo di Vico, signori del luogo dal XVI al XIX secolo. Furono proprio i Loffredo a cingere il paese di mura aprendo tre porte delle quali una è Port'Alba, le altre due sono: Porta del Ricetto, adiacente all'attuale casa Calabrese; Porta dei Calderai, in prossimita' di casa Ippolito Petrilli.

 

Castello

Sul punto più alto del paese si conservano i ruderi del Castello medioevale costituiti da cortine murarie difensive in cui si aprono sei finestroni ed una torre cilindrica su una base di epoca Aragonese. Di esso, se ne parla già nel 1078 quando Gradilone, signore del Castello di Vico, partecipò ad una sollevazione contro Roberto il Guiscardo. Nel corso dei secoli ha subito diversi assalti e dal XV secolo perse la sua importanza e venne progressivamente abbandonato all'incuria del tempo e della popolazione.

 

Neviere

Le neviere erano luoghi sotterranei molto profondi, costruiti in pietra lavica e malta, nei quali veniva ammassata la neve che serviva poi da ghiaccio durante l'estate. Prima di ammassarla, veniva preparata sul fondo una piattaforma costituita da tronchi di legno e ginestre intrecciate, per permettere al terreno di assorbire l'acqua che man mano si creava a causa dello scioglimento del ghiaccio evitando così che questa causasse lo scioglimento rapido di tutto il blocco.

Le neviere erano quattro di cui solo due sono ancora intatte.

 

 

Ambiente

 

Trevico sorge, a 1094 mt. s.l.m., su uno sperone della dorsale appenninica nell'alta valle dell'Ufita, in provincia di Avellino.

Il paese è completamente immerso nel verde. Numerosi sono boschi e pinete in cui si respira aria fresca e pulita.

Il Bosco dell'Impero, ai piedi del Castello, si estende su una superficie di 40 ettari e confina con il Parco Rita, altro bosco che sovrasta il campo di calcio.

La Pineta, è dotata di un percorso vita e aree picknik che consentono di trascorrere il tempo libero all'aria aperta, completamente circondati dal verde e da aria fresca.

Incantevole il panorama che offre grazie alla sua altitudine. Dai suoi tre Belvedere (S. Antuono, Il Balcone ed il Castello) è possibile vedere, in condizioni di tempo particolari, il Gargano ed il Vesuvio.

 

Impianti sportivi

Campi di calcio, calcetto, tennis, pallavolo, bocce, percorso vita, laghetto per la pesca sportiva.

 

 

Manifestazioni

 

10 agosto          Sagra della patata

12 agosto          S. Euplio Patrono

14 agosto          Mercatino delle Cosette

7 settembre       Sagra del peperone ripieno

8 settembre       Madonna della Libera

ottobre              Sagra della castagna

 

 

Come arrivare

 

Il comune si trova a circa 9 km dall'autostrada A16 Napoli-Bari, uscita al casello di Vallata. Da qui si raggiunge percorrendo la S.S. 91 bis per circa 5 km, fino a Vallata, e la strada provinciale 79, per circa 4 km, da Vallata a Trevico.

 

 

Ulteriori informazioni su www.trevico.net

 

 

VOLTURARA:

 

Beni culturali artistici e storici:

 

Da visitare la Chiesa Madre di San Nicola;  Palazzo Masucci ; il Castello di San Michele, le Bocche del Dragone. Del castello, che conserva testimonianze dell’antico splendore, sono visibili le quattro torri quadrate e tutto il perimetro esterno; la chiesa dedicata a San Michele Del 1730, gravemente danneggiata del sisma del 1980.

Abbiamo notizie che il castello esisteva già al tempo dei romani quale punto strategico di osservazione per il passaggio della strada “Saba Maioris” , che collegava l’Alta Valle del Sabato, a quella del Calore e dell’Ofanto.

 

 

 

ZUNGOLI:

 

Nella parte alta dell’abitato si erge un castello successivamente diventato dimora signorile. Il centro abitato è ben armonizzato con il circostante sito naturalistico ed è suddiviso in tre zone : la parte antica con il castello:, la zona rurale ed il nuovo abitato.

Al settecento risale il convento di san Francesco, complesso monastico appartenente prima ai  frati Conventuali e successivamente agli osservanti. Nella chiesa annessa, con portale sovrastato da una lunetta, si erge un coro ligneo settecentesco. Una tella del XVII secolo raffigura san Francesco. Il fulcro è rappresentato dal castello di origine medievale. Fondato dai Longobardi nel IX secolo, fu trasformato agli inizi del secolo scorso in un palazzo residenziale della famiglia Susanna. Oggi è possibile ammirare tre torri cilindriche poste agli angoli dell’importante corpo di fabbrica a pianta quadrilatera con corte interna, nel territorio circostante sono ancora visibili alcuni interessanti esempi di architettura rurale, ubicati lungo il percorso degli antichi tratturi.