Comune di ROTONDI AV )

 

Popolazione, Superficie, Altitudine s.l.m.

Popolazione :3.493

Superficie : 7,82 Km2

Altitudine : 272 m s.l.m

 

Municipio

Via L.Vaccariello 22  83017

Telefono: 0824/843264

Fax: 0824/843264

 

Pro Loco

Via L.Vaccariello  83017

Telefono: 328/0014864

Sito internet: www.prolocorotondi.it

E-mail: ferraroanna79@yahoo.it

Presidente: Ferraro Anna Maria

 

Distanza dal Capoluogo

Distanza dal capoluogo AVELLINO: Km 34

 

Cenni storici

Le origini sul nome di Rotondi sono incerte. Secondo alcuni, il nome deriva dai Romani i quali, intorno al 300 a. C., conquistarono l’Italia meridionale, sottomettendo anche il popolo sannita che nella Valle Caudina aveva creato un centro fiorente in “Caudium”. In seguito, i Romani fondarono colonie e tracciarono, per i traffici tra Roma e il sud Italia, la via Appia che conduce a Brindisi, la quale tagliò in due la Valle Caudina ; venne anche costruita una nuova strada che congiungeva l’Appia Sannitica e l’Appia Irpina, dove sorsero i primi villaggi dell’età romana di Parolisi, Rotondi e Cervinara. Si trattò non di paesi, ma di ville. Le uniche testimonianze che abbiamo sono le tombe che ogni tanto affiorano lungo questa strada.

Secondo un’altra ipotesi, che va dal 1200 al 1400, il nome Rotondi deriva dall’illustre famiglia “De Rotundis”, la quale abitava in un castello feudale posto in montagna perché, molto probabilmente, doveva servire come difesa in caso di aggressioni. Successivamente la fortezza venne ceduta ai frati Cappuccini che lo trasformarono in convento, facendovi costruire una chiesa, l’attuale “Santuario della Madonna della Stella” dove fu collocata l’antica statua della Madonna di stile orientale. Nel 1705 essa fu poi sostituita dall’attuale statua regalata dal Cardinale Orsini. I frati abitarono nel Santuario fino al 1800, quando lo abbandonarono a causa del brigantaggio.

In seguito, il feudo di Rotondi passò ad Alfonso Della Leonessa, ma essendo questi un ribelle, il re Ferrante gli tolse il territorio e lo donò a Carlo Carafa, Marchese di Montesarchio e, successivamente, passò ad Alfonso d’Avalos. Nel 1810 il feudo divenne finalmente Comune ed entrò a far parte del mandamento di Cervinara insieme a San Martino Valle Caudina.

Figura di spicco nella storia rotondese è certamente Luciano Vaccariello, sindaco nel 1885 e nel 1887 che, oltre ad essere un uomo di cultura, si rese benemerito presso i concittadini per una serie di opere sociali ed umanitarie. Fu ucciso “da una scoppiettata” per mano di Diodato Lanni, che fu così incriminato per omicidio il 26 aprile 1893 e condannato a trent’anni di carcere.

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Beni culturali, artistici, storici, ambientali

Il Santuario Madonna della Stella

Sul poggio, quasi contrafforte avanzato della catena montuosa del Partenio, là dove dirupi scoscesi ne esaltano la vista sull'intera Valle Caudina, si innalza verso il cielo il Santuario della Madonna Della Stella, vigile vedetta sull'intera Valle. Vi si accede attraverso una strada asfaltata che da Rotondi, passando per la zona del cimitero, si inerpica nel verde della montagna, fino ad arrivare all'ultima salita da farsi a piedi per l'antica via, o per l'asfaltata, per ammirare l'intera Valle Caudina sulla loggetta del Santuario. Saliti i due scalini si entra nel Santuario. Al centro sull'altare maggiore, sotto la cupola, vi è il trono con l'immagine della Madonna della Stella.

La prima data certa dell'esistenza di una cappella dedicata alla Madonna della Stella sul monte Partenio, risale alla visita pastorale che l'arcivescovo di Benevento Massimiliano De Palumbaria (1547-1607) fece nel 1599 di cui ne parlano le cronache. La cappellina del piccolo eremitorio ha la sua importanza per essere visitata dal vescovo, certamente per il culto che i fedeli di Rotondi tributavano alla Vergine.

I terremoti del 1688 e del 1702 finirono di aggravare la situazione economica della zona, tanto che l'Orsini non potè riconsacrare l'altare del Santuario che nel novembre del 1704. Ed è proprio in questa circostanza che furono offerti 10 ducati da Michelangelo Leggieri per il restaturo della nicchia e del trono. I lavori furono eseguiti celermente tanto che nell'agosto del 1705 la chiesa si arricchì della nuova immagine della Vergine donata dall'arcivescovo Orsini.

Tra il 1727 ed il 1736 la struttura interna del Santuario fu rivoluzionata. Nel 1727 vennero riadattate le celle degli eremiti, sottostanti la Chiesa, quella parte del Santuario che oggi viene detto "la grotta", su di essa venne costruita una loggia scoperta.

Nel 1885 vennero allungate le mura per circa sei palmi sulla loggia e rinforzate le fondamenta, ed il Santuario raggiunse le dimensioni attuali.

Nel 1955 il sig. Giuseppe Maietta si fece promotore del restauro del Santuario e principalmente della costruzione di una casa per l'eremita e per i pellegrini sul retro del santuario stesso, e finalmente nel 1965 i lavori vennero conclusi e la casa della Madonna inaugurata. Oggi il complesso è gestito dalla rinnovata confraternita che ne cura la manutenzione e le varie attività di sviluppo e di gestione con il contributo di tutti i devoti.

Oltre al Santuario, altre opere importanti del passato presenti a Rotondi sono:

Il palazzo Maietta, sito in via Girolamo Del Balzo, il cui valore storico è testimoniato sia dalla struttura esterna sia dalla presenza all’interno di una incantevole fontana tutta in pietra con tre raccoglitori d’acqua;

La Torre dell’orologio, collocata in piazza Vittorio Emanuele, che risale al XVIII secolo (detta in passato piazza Grande). La sua presenza è dovuta, in origine, all’unione della sua struttura a quella di una chiesa, rimpiazzata oggi dall’attuale banca. Il Campanile si è salvato solo grazie all’opera dei cittadini di Rotondi che raccolsero numerosissime firme per impedirne l’abbattimento;

Il palazzo Gallo in via Annunziata;

La Cappella di S. Antonio Abate, che si trova nel Palazzo Appresso, appartenente alla famiglia Lanni dal 1333, la quale risulta essere la più antica chiesa del paese;

Un’antica costruzione, situata nella piazza Vittorio Emanuele, un tempo forse gestita da suore o monaci, la cui caratteristica è la presenza di una lastra di pietra detta “Culla per i bambini” sulla quale vi era inciso un portale girevole dal quale, spingendolo, fuoriusciva  una piattaforma che fungeva da raccoglitore o culla per i piccoli neonati abbandonati;

Una piccola grotta, dietro al Santuario, alla quale si accede scendendo una scaletta, utilizzata un tempo come celletta per gli eremiti